Una piattaforma on line dove studiare linee guida e buone pratiche per lavorare nell’agricoltura sociale e mettere in atto “il ruolo inclusivo delle fattorie sociali e le opportunità lavorative delle persone con disabilità mentale lieve nel settore agricolo ed agroalimentare”.
Questo l’obiettivo della conferenza nazionale sul Progetto Erasmus+ FARMID che si è svolta ieri pomeriggio, 8 luglio, nella sede di Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria, a Perugia.
Un incontro nel pieno rispetto delle norme anti Covid, moderato dal Resp. Progettazione Cia Umbria Andrea Palomba, con lo scopo di accendere i riflettori su un’adeguata formazione quando l’azienda agricola multifunzionale abbraccia il sociale.
La disabilità intellettuale riguarda l’1% della popolazione europea. Persone che, quasi sempre, raggiungono bassi livelli di istruzione e hanno scarse opportunità di impiego a causa del loro deficit.
“La piattaforma gratuita e-learning – ha spiegato Massimo Canalicchio, project manager Cia Umbria -, è stata progettata per aiutare imprenditori agricoli a gestire le fattorie sociali, e per dare risposte ai tutor incaricati di programmi giornalieri di agricoltura sociale e agli educatori socio-sanitari e formatori che lavorano con persone svantaggiate.
Lavoriamo su un doppio binario: da una parte l’agricoltura sociale, combinando l’ambiente agricolo con la riabilitazione e i servizi di cura, migliora la qualità della vita e le possibilità di inclusione sociale, dall’altra è un’opportunità per gli agricoltori di ampliare e diversificare la multifunzionalità agricola, aprendosi a nuovi mercati, offrendo servizi alternativi che vanno oltre la produzione agroalimentare”.
Alcune esperienze umbre, come quella della Cooperativa sociale La Semente, sono state presentate dalla ricercatrice universitaria Chiara Paraffini:
“Grazie anche al Psr, sono state realizzate diverse fattorie sociali con inserimento lavorativo di adulti con disturbi intellettivi, autismo in particolare.
Così facendo si è dato inizio ad un modello di sviluppo di welfare locale basato sulla collaborazione tra imprese agricole private, Asl e imprese del terzo settore, in una prospettiva di Distretto rurale di economia solidale”.
Per Giuliano Ciani, portavoce nazionale Forum Agricoltura sociale, “il successo di iniziative simili si registra quando l’utente non è più un intrattenitore, ma diventa un impiegato a tutti gli effetti.
Non è assistenzialismo, ma vera agricoltura profit che si impegna ad aumentare il livello curriculare delle persone”.
“Una società è veramente accogliente – ha sottolineato il Presidente Cia Umbria Matteo Bartolini, che ha voluto ricordare nell’occasione anche il Prof. Adriano Ciani per i suoi meriti in campo sociale ed economico a livello mondiale – quando riconosce che la vita è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo.
Con questo progetto Cia Umbria fa la sua parte nel segnare la via verso una capitalismo diverso, basato su imprese che abbiano come scopo non solo il raggiungimento del profitto ma anche la ricchezza sociale: il business sociale.
Questa regione e può essere capofila nel percorso di sostenibilità sociale ed economica che l’Europa ci chiede, ma si deve accelerare il passo sui regolamenti attuativi della legge 141/2015 sull’agricoltura sociale per normare nel dettaglio il settore, così come è stato per gli agriturismi e le fattorie didattiche con il Decreto Legge del 2001.
Auspichiamo presto – ha concluso Bartolini – la creazione di una rete regionale di fattorie sociali umbre, che diventino punto di riferimento delle scuole e del servizio sanitario nazionale”.
Presenti in videoconferenza anche la presidente della Ong Ases-Agricoltura, Sviluppo e Solidarietà di Cia Cinzia Pagni e il Prof. Gaetano Martino del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia.