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Diplomati magistrali fuori dalla prima fascia, in Umbria coinvolti in 800

L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all’unanimità la proposta di risoluzione della Terza commissione sul “Licenziamento ed esclusione dei diplomati magistrali dalla graduatoria di prima fascia (Gae) a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 11/2017”. Una questione che in Umbria, secondo le stime della Regione, coinvolge tra i 600 e gli 800 insegnanti.

Illustrando l’atto, il presidente della Commissione, Attilio Solinas, ha spiegato che “l’applicazione della legge dello Stato ‘107/2015’, conosciuta come ‘La buona scuola’, e la sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso, hanno sancito che il diploma magistrale abilita gli insegnanti a lavorare soltanto in ‘seconda fascia’, quella delle supplenze fino al 30 giugno, precludendo loro l’inserimento in prima fascia, quella della Graduatoria ad esaurimento (Gae), con contratto a tempo indeterminato.

Gli insegnanti, essendo stati esclusi dalla graduatoria e compresi in quella dei supplenti per tre anni senza ulteriori prospettive, temono di finire in un vortice di licenziamenti in massa, nonostante gli anni di insegnamento e di formazione nel mondo della scuola. La Giunta regionale dell’Umbria deve adoperarsi in tutte le sedi istituzionali, parlamentari, governative e ministeriali affinché si trovi una soluzione che tuteli i lavoratori, gli allievi, le famiglie e l’intera comunità educante attraverso la salvaguardia dei contratti a tempo indeterminato e la tutela dei diritti dei docenti in possesso del diploma magistrale”.

L’assessore Antonio Bartolini ha spiegato che “la questione è molto problematica e sta coinvolgendo circa 60mila docenti. In Umbria si stima siano tra 600 e 800 gli insegnanti coinvolti. Ho incontrato una rappresentanza di questi docenti e c’è stata un audizione in Terza commissione. Sono disponibile a recarmi al Ministero per portare avanti queste richieste. L’Ufficio scolastico regionale ha avuto l’indicazione di portare a termine l’anno scolastico con questi incarichi. Poi si dovrà chiedere una consulenza all’avvocatura dello Stato ma servirà ancora di più un intervento legislativo nazionale. Questa Giunta è disposta ad impegnarsi su questo tema”.