Si è preso 24 ore di tempo il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero, che in mattinata ha ricevuto i lavoratori della ManitalIdea spa, accompagnati dal loro legale, Luca Ceccarelli, per sollecitare alla ditta di pulizie la soluzione al problema dei dipendenti, che da mesi non percepiscono lo stipendio.
All’esito del colloquio, durato circa un’ora, al quale hanno partecipato anche il direttore generale dell’ateneo e il responsabile dell’ufficio legale, ed una delegazione di studenti venuti per portare solidarietà ai lavoratori dell’impresa di pulizie, il prof. Oliviero ha garantito alle lavoratrici il proprio interessamento diretto nella questione ed ha dato mandato agli uffici amministrativi di provvedere con la massima urgenza alla ricerca di una soluzione, anche alla luce del fatto che altri enti pubblici, tra cui l’Università Statale di Torino, hanno provveduto direttamente al pagamento dei lavoratori dell’impresa subappaltatrice inadempiente.
Il rettore ha assicurato una risposta risolutiva entro ventiquattro ore e le lavoratrici della ManitalIdea spa hanno lasciato Palazzo Murena più fiduciose di quando ci erano entrate.
La Manital Idea spa è la società che eroga il servizio di pulizie presso il polo di Medicina dell’Università e gli 8 dipendenti ancora in forze (cui si aggiungono due ex lavoratrici che hanno cessato il rapporto nel mese di dicembre) non percepiscono la retribuzione dal mese di agosto (oltre alla 14ma mensilità che avrebbero dovuto prendere a giugno).
L’Università di Perugia, al corrente della situazione fin dal mese di agosto, ha sì sollecitato l’appaltatrice e la subappaltatrice al rispetto del contratto ed al versamento di quanto dovuto ai lavoratori, ha bloccato il pagamento delle fatture per il servizio di pulizia, ma rifiuta di pagare direttamente i dipendenti. Eppure l’Ateneo perugino si trova nella stessa identica situazione di tutte le altre pubbliche amministrazioni che, al contrario, si sono surrogate nel pagamento dei dipendenti delle appaltatrici.
I dipendenti, dal canto loro, con grande senso di responsabilità hanno comunque erogato e tutt’ora erogano il servizio, nei limiti del personale rimasto in forza all’appalto, ma sono letteralmente esasperati e, prima di procedere con le azioni giudiziarie contro le due imprese e contro l’Università, hanno deciso di fare questo ultimo tentativo. Ora, dopo il colloquio, non resta che attendere di sapere in concreto cosa farà l’Università.