Dovranno affrontare il processo due dipendenti “infedeli” del Comune di Panicale. Il giudice per l’udienza preliminare Lidia Brutti ieri mattina al termine dell’udienza ha infatti rinviato a giudizio due lavoratori dell’amministrazione (al tempo Bianco, oggi Cherubini) che nel 2013 furono, uno arrestato e l’altro denunciato a piede libero con l’accusa di aver tentato una truffa aggravata dall’essere stata commessa ai danni dello Stato.
I fatti risalgono al febbraio del 2013, esattamente un anno fa, quando i carabinieri hanno fermato e controllato, all’uscita della sede degli uffici circoscrizionali della frazione di Tavernelle, tre operai comunali, dipendenti del comune di Panicale, che poco istanti prima avevano smarcato i loro rispettivi badges magnetici sull’apposito lettore all’ingresso dell’edificio. I militari – scrissero nella nota di quel giorno i carabinieri – che stavano verificando i risultati di una precedente indagine, si sono insospettiti perché in realtà si aspettavano di trovare quattro dipendenti e non solo i tre fermati. Il sospetto è divenuto certezza quando sono stati esaminati i dati del sistema di archiviazione elettronico del Comune ed è emerso che gli operai che avevano “smarcato” l’uscita alle 18.30 non erano solo tre, ma effettivamente ve ne sarebbe dovuto essere anche un quarto, che risultava aver timbrato il cartellino alle 7 e 10 del mattino “in entrata” e, proprio alle 18.30, “in uscita”.
Solo che, secondo la procura uno di loro, come sarebbe emerso dagli accertamenti dei militari e dalle prime dichiarazioni dei suoi colleghi, quel giorno a lavoro non si sarebbe mai presentato. I militari avrebbero poi individuato anche il collega-complice, il quale avrebbe timbrato il cartellino dell’amico, per poi nasconderlo all’interno stesso degli uffici comunali, nelle vicinanze del lettore magnetico.
A gennaio inizierà il processo a loro carico con il Comune di Panicale già costituitosi parte civile.