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DIOCESI SPOLETO-NORCIA: MONS. RICCARDO FONTANA ORDINA PRESBITERO UN MONACO BENEDETTINO

Sabato 11 ottobre alle 11, presso la basilica di S. Benedetto in Norcia, l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, ordinerà sacerdote don Benedetto Nivakoff, monaco benedettino d'origine americana, vice priore del monastero “S. Maria Sedes Sapientiae”.

La comunità monastica nursina, guidata dal priore padre Cassian Folsom, è attualmente composta da nove monaci (tre dei quali sacerdoti), due novizi e tre postulanti. I monaci sono tornati nella città natale di S. Benedetto nel 2000, per volontà dell'arcivescovo Fontana. In otto anni la comunità è cresciuta a tal punto da dover realizzare un nuovo monastero (nella ex villa del seminario di Norcia), appena fuori le mura cittadine. Sarà la 'residenza' dei monaci. L'attuale priorato, accanto alla basilica di S. Benedetto, diventerà, invece, il cuore apostolico e culturale dei benedettini.

I monaci come tutti gli esseri umani hanno bisogno di nutrire l'anima, il corpo e la mente. Nel notiziario del monastero il priore descrive questi tre tipi di nutrimento dal punto di vista monastico. L'anima si nutre con la preghiera. I monaci sono noti per la loro dedizione alla preghiera liturgica. Una cosa, forse, poco nota è il modo personale o privato di pregare dei monaci. “Uno degli 'strumenti' che usiamo, scrive padre Folsom, per imparare la preghiera è ciò che la tradizione chiama la preghiera del cuore: una parola o una frase delle Sacre Scritture che viene ripetuta più volte, così da riportare il nostro cuore vagabondo sino a Dio”. E' comune vedere i monaci con il rosario o il chotki (rosario di stoffa) in mano mentre si stanno applicando nell'arte della preghiera. La forma privata di preghiera monastica per eccellenza è la lectio divina: riflessione lenta, meditativa su un testo delle Scritture o un commento patristico. Nel monastero di Norcia ogni giorno sono dedicati due momenti alla lectio divina: 45 minuti nelle prime ore del mattino; 30 minuti nel pomeriggio.

La mente si nutre con l'apprendimento. I monasteri benedettini, in genere, sono rinomati anche per la ricchezza delle loro biblioteche. Quella del monastero di Norcia è stata inaugurata nel 2003 dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI. Si era partiti con tremila libri. Oggi sono novemila; cinquemila già catalogati. C'è in monastero un monaco bibliotecario. L'obiettivo del progetto biblioteca è quello di aumentare la dotazione del catalogo dei testi – di patristica, liturgia, monastici, di studi biblici – necessari per il supporto intellettuale e spirituale della comunità.

Il corpo si nutre con il cibo. S. Benedetto nella regola, facendo riferimento al servizio in cucina, dice “i fratelli devono servirsi a vicenda”. A Norcia tre monaci sono impiegati in cucina: il cellario, che acquista gli alimenti; il supervisore, che pianifica i menu e cucina le pietanze; l'assistente del supervisore. La sfida dei monaci anche nel tagliare, sbucciare, cuocere e servire è quella di fare tutto per amore di Cristo. Nel rispetto della tradizione monastico la dieta è priva di carne. Nei pasti i monaci adottano la cucina tipica italiana. Settimanalmente uno dei monaci è nominato cameriere. Mentre si mangia un monaco legge un libro, di solito una scrittura spirituale. I piatti vengono lavati a turno su base settimanale. E' così che durante il pasto il corpo e l'anima si nutrono.