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Diocesi Spoleto-Norcia, Don Natale Rossi ha festeggiato 70 anni di Messa

«Cosa vuoi fare da grande?», chiese don Loreto Moretti nel 1926 ad un piccolo bambino di 4 anni, di nome Natale Rossi, che stava sul ciglio della strada nell’Altipiano tra Cascia e Norcia, mentre i genitori erano al lavoro nei campi.  «Farò il prete buono», rispose il piccoletto nato il 25 dicembre 1922 a Colle di Avendita.

Veramente poi Natale Rossi è diventato sacerdote e domenica 30 giugno 2019 ha festeggiato 70 anni di presbiterato, quasi tutti trascorsi al servizio delle parrocchie di S. Giorgio, Logna, Colforcella e Colle di Avendita, tutte nel Comune di Cascia. A far festa è giunto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo che ha presieduto la Messa insieme ad alcuni sacerdoti della zona. Un pomeriggio di preghiera, di memoria e di ringraziamento organizzato nel minimo dettaglio dalla parrocchia dell’Altipiano di Avendita ora guidata da padre Joseph Kiran Maduno (religioso della Società dell’Apostolato Cattolico, conosciuti come Pallottini) e dalle varie associazioni della zona. Sul cancello d’ingresso della sede della Pro-loco di S. Giorgio, dove attualmente c’è anche una stanza per la celebrazione della Messa, in quanto la chiesa è inagibile, c’era il numero 70 realizzato con due grandi palloncini, uno giallo e uno bianco, i colori dello Stato della Città del Vaticano.

E per l’occasione dalla Santa Sede è giunta anche la speciale benedizione di Papa Francesco. Tantissime persone si sono volute stringere attorno a don Natale che, con i suoi 97 anni di età, è il sacerdote più anziano dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia. Lui è giunto puntuale alle 19.00, con l’immancabile abito talare (nessuno lo ha mai visto senza, ndr), accompagnato dalla signora che lo accudisce e dai familiari. Da quattro-cinque mesi la salute è precaria, si muove con l’ausilio di una carrozzina, la memoria inizia a traballare. Il 30 ottobre 2016 il violento terremoto ha lesionato gravemente la chiesa di S. Giorgio e la canonica di don Natale, che l’ha dovuta lasciare così per la prima volta, trovando ospitalità a Roccaporena di Cascia.

Appena però a S. Giorgio sono state messe le SAE (soluzioni abitative di emergenza) il sacerdote ha chiesto all’Arcivescovo la possibilità di fare domanda (accolta, ndr) e tornare così tra la “sua” gente. Perché don Natale con la popolazione dell’Altipiano di Avendita, come lui stesso ha detto in un’intervista all’agenzia SIR qualche tempo fa, ha un legame speciale, unico, costruito in tutti questi anni di sacerdozio: «Con la mia comunità siamo sempre stati un cuore solo e un’anima sola. Non li ho mai abbandonati. Dopo ogni terremoto ci siamo rialzati tutti insieme».

Alla celebrazione eucaristica era presente anche il sindaco di Cascia Mario De Carolis e altre autorità. Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato che «don Natale esattamente settanta anni fa fu ordinato sacerdote dal mio predecessore nella sede nursina Settimio Peroni, scegliendo così di lasciare tutto per seguire il Signore. In questa bellissima vallata anno dopo anno, giorno dopo giorno è diventato il “padre”, il punto di riferimento di tutti. Grazie don Natale a nome mio personale dell’intera Diocesi per la tua missione sacerdotale, grazie per aver guidato e ispirato in questi anni i preti che si sono qui succeduti, grazie per il bene che hai seminato in questo Altipiano, grazie per le tue preghiere incessanti a favore della nostra Chiesa. Il tuo ministero è stato fecondo e in tanti qui possono confermarlo. Grazie alla tua testimonianza di vita sono sbocciate proprio qui a S. Giorgio anche vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata: don Renzo Persiani attuale parroco di Cascia che a quattro anni ti faceva da chierichetto e che ha deciso di farsi prete perché affascinato dalla tua vita; suor Rita Pallotti religiosa della Società dell’Apostolato Cattolico; la consacrata laica Augusta Loretucci. Ricordando questo felice traguardo – ha proseguito mons. Boccardo – invito tutti a pregare il Signore affinché mandi altri sacerdoti al servizio della nostra Chiesa. A voi genitori che siete qui dico: un figlio prete non è una disgrazia. Con la vostra preghiera edificate un clima favorevole per far sbocciare vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata».

Al termine della celebrazione alcuni parrocchiani hanno letto pensieri di ringraziamento dettati da don Natale. Don Elio Zocchi, parroco emerito di Cascia, ha tratteggiato alcune caratteristiche del festeggiato: prete molto dedito alla liturgia, alla catechesi e alle attività con i giovani, amante della musica e del canto, appassionato di caccia e della raccolta dei funghi. Ma don Natale più di tutto è ricordato per essere un prete buono, amorevole, felice di stare al servizio di Dio e del prossimo.

Commovente quando l’Arcivescovo ha chiesto a don Natale di benedire i seminaristi che erano presenti alla celebrazione: il prete più anziano della Diocesi ha pregato e benedetto in silenzio i futuri preti della Chiesa di Spoleto-Norcia.