Mercoledì 7 giugno scorso l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il parroco dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci don Luciano Avenati, il sindaco di Preci Pietro Bellini e Massimo Messi presidente dell’Associazione “Preci e i suoi borghi” hanno accompagnato oltre cinquanta preciani a Siena, in visita alla mostra “La Bellezza ferita”. Presso la Cripta sotto il Duomo e il Santa Maria della Scala della città toscana, infatti, sono esposte fino al 31 ottobre 2017 diverse opere d’arte, molte provenienti dalle chiese del territorio dell’Abbazia di S. Eutizio, lesionate dai terremoti dello scorso anno.
Questo progetto intende far conoscere la “ferita” che ha colpito la popolazione e il patrimonio culturale e sensibilizzare a contributi di restauro delle opere d’arte e di sostegno alla gente. Nel periodo estivo c’è una media di sei-sette mila visitatori al giorno.
La data del 7 giugno per la visita non è stata casuale: era il giorno, infatti, in cui la comunità di Preci celebra la propria patrona, la Madonna della Pietà, che è proprio in mostra a Siena. «La mostra – ha commentato don Luciano Avenati – è organizzata con intelligenza ed eleganza». Le persone hanno sostato in silenzioso raccoglimento, emozionandosi e commuovendosi, dinanzi alla statua, alla tela, al Cristo, alla campana della “propria chiesa”. Una breve preghiera è stata recitata di fronte alla scultura della Madonna della Pietà.
Dopo la visita alla mostra, mons. Boccardo ha celebrato con i presenti la Messa nella chiesa della Santissima Annunziata, di fronte alla Cattedrale di Siena. «Siamo venuti qui – ha detto il Presule nell’omelia – per vedere esposti i pezzi d’arte che erano conservati in alcune chiese e che ogni giorno vengono ammirate, nonostante siano ferite dal terremoto, da migliaia di persone che così conoscono la nostra bella Valnerina. Ciò però non basta. Siamo qui soprattutto – ha proseguito – per un pellegrinaggio, per cogliere il messaggio che queste opere veicolano. Sono belle e antiche, ma più di ogni altra cosa sono preziose perché hanno raccolto la fede d’intere generazioni e raccontano la vita della popolazione della Valle Castoriana. Il loro messaggio è quello della vita cristiana e quindi i colori, le sculture e le immagini che ammiriamo ci insegnano a mettere in pratica il Vangelo, invitano ad un esame di coscienza. Queste opere ci dicono: siate persone serie e non dimenticate gli insegnamenti degli antenati. In questo momento della nostra vita in cui tutto vacilla e il futuro è incerto, siamo qui per fare “il pieno” di fede e per chiedere alla Madonna della Pietà di prendersi cura di ciascuno e di parlare di noi al buon Dio».
Mons. Boccardo, prima della benedizione finale, ha portato il saluto dell’arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino mons. Antonio Buoncristiani, nativo di Sellano (comunità nel territorio dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia) impegnato nella riunione della Conferenza episcopale toscana all’Isola d’Elba.
Al termine della Messa l’Arcivescovo ha incontrato alcuni giornalisti del luogo dinanzi alla Cattedrale e ha dichiarato: «Ho visto queste persone, la “mia” gente, accarezzare con delicatezza la Madonna della Pietà di Preci. Abbiamo compiuto questo pellegrinaggio della memoria per attingere da queste opere della fede, prima ancora che d’arte, la speranza per ripartire, per ricostruire le case, le chiese, i luoghi della socialità».
Nel vicino Oratorio “Pio II” al Costone, giovani e volontari hanno preparato il pranzo per gli ospiti umbri. Il sindaco Pietro Bellini e Massimo Messi hanno ringraziato l’arcivescovo Boccardo per aver permesso questa mostra che fa conoscere la Valnerina e i suoi tesori d’arte a moltissime persone e per aver dedicato un’intera giornata alla comunità di Preci.