Meno messe ma di maggiore qualità, rivedere la funzione degli oratori, via i padrini e innalzamento dell’età del sacramentato.
Sono queste alcune delle proposte illustrate nella recente Assemblea diocesane dal vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini che, in vista del Giubileo 2025, vuole aprire ad una nuova stagione di evangelizzazione nell’ambito del percorso sinodale intrapreso dalle chiese d’Italia.
Nei prossimi 3 anni il presule ha intenzione di rinnovare e rilanciare la chiesa eugubina a partire dal recupero del vero valore della domenica, non più vista solo come “giorno della Messa” ma come “momento per eccellenza dei cristiani e della comunità” e occasione d’incontro, condivisione e convivialità. Inoltre, per cercare di evitare lo svuotamento delle chiese, “celebrare meno messe ma tutte molto più partecipate insieme ai fedeli“.
Per Paolucci Bedini resta centrale il ruolo della famiglia, per la quale si potrebbe arrivare ad attivare un “Centro di ascolto dedicato”. Fondamentale anche il rinnovamento del catechismo (“che non abbia più una forma scolastica”) per cercare di coinvolgere i ragazzi anche dopo la “fuga” post cresima.
Da qui anche l’idea di attivare 15 oratori per i giovani tra i 7 e i 13 anni di età, in un percorso dove a 11 anni si potrà ricevere tutti i sacramenti insieme (battesimo, confermazione e comunione). Il tutto sospendendo per 3 anni la figura di padrini e madrine, nell’attesa che venga recuperato il vero significato anche di questo ruolo.