Un vero e proprio “polo” di accoglienza che, dalla metà degli anni ’80, è un punto di riferimento cittadino per ospitalità alberghiera, ristorazione, convegnistica, associazionismo, ricettività turistico-sportiva e attività ecclesiali. Si tratta del complesso che porta il nome di uno dei pastori più amati dalla comunità eugubina, mons. Beniamino Ubaldi, vescovo della diocesi di Gubbio per quasi 33 anni, dal 1932 al 1965.
Una struttura ampia, polifunzionale e circondata da grandi spazi esterni e verde, costruita proprio accanto agli impianti sportivi che portano il nome dello stesso vescovo Ubaldi e a due passi dal centro storico. Da qualche anno è dotata anche di un moderno e funzionale impianto per la produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici e di solare termico.
Ora la diocesi di Gubbio sta lavorando ad una stagione nuova per l’intero complesso, composto dall’hotel vero e proprio che si affaccia su via Perugina e – sul lato verso il centro parrocchiale di Madonna del Prato – dalla casa del clero e seminario diocesano, affidato alle religiose dell’ordine delle Figlie della Divina Carità.
Il nuovo Consiglio di amministrazione dell’ente “Seminario diocesano di Gubbio” è presieduto dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, che si sta occupando in prima persona del rilancio del complesso. In queste settimane, all’ente ecclesiastico proprietario della struttura, stanno arrivando segnali di interesse per un eventuale affidamento in gestione del “Beniamino Ubaldi”. Quella dell’affidamento delle attività ricettive a terzi è infatti una delle ipotesi sulle quali sta lavorando l’amministrazione della curia, che sta ancora valutando eventuali partner per l’operazione di rilancio.
“Vorremmo che la gestione – ha precisato ieri (27 maggio) il vescovo Paolucci Bedini durante un incontro-conferenza stampa nei giardini del seminario diocesano e hotel “Beniamino Ubaldi” – fosse in capo ad un ente della diocesi, perché rimangano chiare finalità e stile. Per questo desidero che sia un ente del terzo settore, un soggetto no-profit, con una proposta seria e all’altezza, ma anche attenta a un continuo reinvestimento sul progetto. Si tratta davvero di un progetto grande e ambizioso, quindi dobbiamo verificarlo per bene. Abbiamo bisogno di capire anche come il territorio possa aiutarci a sostenere gli investimenti necessari”.
L’auspicio, che arriva da più parti, è quello di una rapida “ripartenza” del polo di accoglienza, che negli anni – oltre a una clientela fatta di famiglie e singoli – ha ospitato spesso gruppi in viaggio, pellegrini in cammino lungo la Via di Francesco, squadre sportive in ritiro a Gubbio e in allenamento nel vicino impianto gestito dalla Polisportiva Csi.
“Questo territorio ha una vocazione specifica all’ospitalità – ha spiegato – Vogliamo ripartire da una struttura come questa, con un progetto nuovo. L’idea è quella di avviare e portare avanti un percorso virtuoso che possa mettere insieme le diverse strutture di ospitalità che la nostra diocesi gestisce, anche attraverso proprietà diverse, per creare una proposta aperta all’ospitalità sul territorio”.
“Sull’area sportiva di proprietà del Capitolo dei canonici della cattedrale – ha aggiunto Paolucci Bedini – è già iniziata una profonda ristrutturazione e un rilancio che ne faranno una vera e propria ‘cittadella dello sport’, aperta davvero a tutti come ‘parco sportivo’. Anche lo stesso hotel ‘Ubaldi’ sarà ripensato come albergo destinato a un turismo sociale: prima di tutto le famiglie, anche con figli disabili, anziani, giovani, sportivi, pellegrini e turismo religioso. Pensiamo non solo alla grande tradizione spirituale del nostro territorio, ma anche a quelli che ci circondano, a cominciare da Assisi e dal francescanesimo”.
Una partenza senza “logo” e senza slogan, dunque, proprio perché si tratta di un percorso ancora tutto da costruire. Primi due passi fondamentali sono: la ristrutturazione del complesso alberghiero “Ubaldi” e la scelta del tipo di assetto gestionale e organizzativo per dare testa, braccia e gambe all’idea e al “sogno”, come lo definisce il vescovo Luciano.