Dimissioni online, in provincia di Perugia quadro allarmante - Tuttoggi.info

Dimissioni online, in provincia di Perugia quadro allarmante

Redazione

Dimissioni online, in provincia di Perugia quadro allarmante

La denuncia di Nidil Cgil e Ufficio Vertenze, “in media si rivolgono a noi 4-5 lavoratori al giorno per dimettersi, ma dietro c’è di tutto"
Lun, 17/10/2016 - 13:02

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Le storie di precariato, sfruttamento e utilizzo subdolo degli incentivi e delle agevolazioni per l’impiego continuano ad essere all’ordine del giorno nella provincia di Perugia“. La denuncia arriva dalla Cgil di Perugia, e più precisamente dal segretario provinciale del Nidil (categoria che tutela i lavoratori ‘precari’) Massimo Fraolo e dal responsabile dell’Ufficio Vertenze Legali Eros Cozzari.

Negli ultimi sei mesi e in particolare dall’entrata in vigore, nel mese di marzo, dell’obbligo della procedura ‘online’ per le dimissioni – spiegano dalla Cgil – molti utenti si rivolgono a noi per recedere dal loro rapporto di lavoro. In media almeno 4 o 5 ogni giorno. E se da un lato ciò sembra paradossale, in un periodo in cui chi ha un lavoro se lo tiene ben stretto, dall’altro la spiegazione c’è. Sono persone che a volte non percepiscono lo stipendio da mesi. Altri che vengono invitati (ma praticamente sono spesso costretti) a dimettersi per ‘mancanza di lavoro’. Il quadro che abbiamo di fronte è allarmante”, dicono Fraolo e Cozzari.

Clamorosi i “casi” trattati dal sindacato nell’ultimo periodo: “abbiamo vertenze aperte – proseguono dalla Cgil – con aziende che hanno utilizzato collaboratori come veri e propri lavoratori subordinati. Esercizi commerciali di Perugia che hanno impiegato persone per mesi (uno addirittura per più di un anno) senza contratto né remunerazione. Aziende che dopo aver assunto e ottenuto il relativo incentivo, si dichiarano ‘prive di lavoro’. Un lavoratore assunto il 1 gennaio 2016 e mai chiamato al lavoro. Addirittura un tirocinio interrotto dall’utilizzatore con un sms. Per non parlare dei voucher – proseguono Fraolo e Cozzari – usati per coprire intere giornate di lavoro”. 

Quello dei voucher, secondo la Cgil, è poi un fenomeno “doppiamente dannoso”, perché se da un lato “ci sono datori di lavoro che li utilizzano in maniera impropria, oltretutto alternandoli al lavoro nero, dall’altro ci sono lavoratori che non solo ‘accettano’, ma ‘cercano’ volutamente di essere ‘assunti’ con voucher per non perdere, ad esempio, il beneficio di alcuni ammortizzatori sociali (come la Naspi), alimentando essi stessi un sistema di aggiramento delle normative”.

Per ultimo, il segretario del Nidil e il responsabile dell’Ufficio Vertenze sottolineano il problema degli appalti e delle esternalizzazioni, dove si registrano in alcuni casi addirittura “episodi di nuovo caporalato”, “elusione delle normative e ‘giochi al ribasso’, con pseudo società o agenzie create ad hoc per applicare contratti collettivi più sfavorevoli ai lavoratori”.

A breve, come Nidil e Ufficio Vertenze, dovremo occuparci di due casi che riguardano proprio questi temi – concludono Fraolo e Cozzari – da un lato un’azienda che si occupa di formazione e che ha utilizzato per anni collaboratori sottopagandoli (o non pagandoli) e facendoli lavorare come subordinati, dall’altro una vicenda molto delicata che chiama in causa la gestione degli impianti sportivi del Comune di Perugia”.

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