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Dimissioni Marini e voto in autunno: tutto già deciso

Fine dell’esperienza dell’amministrazione Marini e voto anticipato in autunno per le regionali. I giochi sono fatti, nonostante gli ultimi affanni a Palazzo Cesaroni, tra ripensamenti e tatticismi.

Il commissario Walter Verini, lanciando da Marsciano la più difficile campagna elettorale da quando c’è il Partito democratico, ha detto chiaramente che l’esperienza della Giunta Marini termina qui. Inevitabile il voto anticipato in autunno. Come dire: il gruppo e la maggioranza in Regione hanno poco da decidere. “Mi sembra che la strada sia questa…” dice ai giornalisti a proposito del voto anticipato in ottobre. Perché la scelta, formalmente, spetta alla presidente Marini e, in parte, al Consiglio regionale. Ma il Pd, da Roma a Perugia, la scelta già l’ha fatta. Da giorni. “Abbiamo compreso e condiviso la scelta difficile e dolorosa della presidente Catiuscia Marini” sono le parole usate da Verini nel suo discorso. Che prosegue, a proposito della governatrice dimissionaria: “Con il gesto che ha voluto compiere ha scelto di mettere al riparo le istituzioni dagli attacchi e dagli sciacallaggi politici, avendo la piena libertà di tutelare la sua posizione. Certo – aggiunge – sappiamo che questa sua scelta porterà allo scioglimento anticipato del Consiglio, ma è una scelta che conferma come le istituzioni vengano prima degli interessi personali, come lei ha dimostrato nella sua esperienza politica, di presidente, di eurodeputata, di sindaco di Todi“.

I tatticismi a Palazzo Cesaroni

Insomma, la maggioranza, in Consiglio regionale, può anche scegliere di respingere le sue dimissioni per non sconfessare politicamente il lavoro fatto in questi anni, ma l’amministrazione Marini è comunque al capolinea. Perché in ogni caso, ci si aspetta che la governatrice dimissionaria confermi la sua scelta.

Il gruppo Pd e la maggioranza, comunque, si incontreranno lunedì mattina per non andare al voto, nella seduta di martedì, in ordine sparso. Poi, martedì mattina prima dell’apertura dei lavori, un confronto tra i capigruppo.

Coloro che chiedevano di guadagnare tempo per riorganizzarsi politicamente (a sinistra, ma qualcuno anche a destra) rimarranno delusi. Il Pd vuole arrivare all’appuntamento del 26 maggio delle europee avendo risolto il “caso Umbria”.

Le pressioni della Lega

Non serviranno, dunque, neanche le manifestazioni della Lega. Così come le dimissioni di Catiuscia Marini hanno anticipato l’arrivo di Matteo Salvini a Perugia. Niente spallata. “Se il 7 maggio le dimissioni della Marini non saranno confermate andremo ogni giorno sotto il palazzo della Regione” ha detto sabato Marchetti intervenendo ad una manifestazione elettorale a Bastia Umbra. Non ce ne sarà bisogno.

Il giudizio su Sanitopoli e le scuse

Verini, nel suo discorso di Marsciano, non ha mancato di parlare dell’inchiesta che ha decapitato il partito, con l’arresto (e le conseguenti dimissioni) del segretario regionale Gianpiero Bocci, ad appena quattro mesi dalla sua elezione dopo il trionfo alle primarie.

Quello che è accaduto in pezzi del sistema sanitario e amministrativo – afferma Verini – è una cosa che ci ha fatto vergognare. Per la quale ancora una volta, come ha fatto subito l’assessore Bartolini, chiediamo scusa. Ai cittadini, ai giovani e alle persone che partecipavano ai concorsi. Quello che è accaduto non doveva accadere. Dovevamo essere noi a capire che in aspetti dell’Umbria si erano diffusi e consolidati metodi estranei ai valori e alle idee originarie del Pd. Il rispetto delle regole, del merito, per noi non sono un optional. E non mi riferisco, nel dire che ci siamo vergognati – precisa – agli aspetti penali. Su questo ribadiamo ancora una volta quello che diciamo da sempre, con sincera convinzione. Rispetto e gratitudine per il lavoro della magistratura. Non siamo come Salvini – contrattacca – che intimidisce i magistrati che indagano su di lui e sulle malefatte della Lega o che pronunciano sentenze che non gli piacciono. E al tempo stesso auspicio che coloro che sono stati colpiti da provvedimenti giudiziari sappiano dimostrare la loro estraneità ai reati. Sapendo che un avviso di garanzia non è una sentenza definitiva. Che la presunzione di innocenza è un principio costituzionale che deve valere sempre. Per noi vale sempre, non come i 5 Stelle, che sono giustizialisti con gli avversari e garantisti con i loro amici di partito“.

Trasparenza e nuove regole

Verini rilancia anche sul tema della trasparenza e della questione morale: “Penso a nuove regole, vere, applicate non declamate, per le nomine nella sanità e nelle partecipate pubbliche. Merito, competenza, capacità. Trasparenza. Queste debbono essere le uniche bussole. Lo stesso vale per le procedure di evidenza pubblica e per i concorsi pubblici. Mai più favoritismi, clientelismi. Non servono riforme costituzionali. Basta rispettare regole che esistono e applicare qualche innovazione per rendere davvero trasparenti questi appuntamenti con il destino e la speranza per tanti giovani, che meritano rispetto e non umiliazione. Che hanno diritti e non debbono chiedere o ricevere favori. Ce la possiamo fare. L’alternativa ai nostri limiti ed errori siamo noi, che vogliamo superarli“.

L’orgoglio

Nelle parole di Verini anche uno scatto d’orgoglio, per l’Umbria e per chi l’ha amministrata in questi anni: “L’Umbria non è una terra di criminali. La politica umbra non è il regno del malaffare. Il Partito Democratico è un partito di gente perbene. L’Umbria è una terra di gente perbene. La storia di governo della Regione, delle nostre, delle vostre città, ci fa andare a testa alta. Anche per quello che abbiamo fatto negli ultimi dieci anni. Ancora oggi l’Umbria è una regione dove si vive meglio che altrove. Dove la bellezza e la storia non sono state mortificate, ma tutelate e valorizzate. Dove ambiente e sviluppo nella piena sostanza coesistono. Dove la sicurezza e la coesione sociale sono difese. Dove la sanità funziona meglio che altrove e con punte diffuse di eccellenza. Dove cultura, paesaggio e turismo sono leve attive e fondamentali. Dove esistono imprese innovative, competitive, che il sistema istituzionale ha accompagnato e sostenuto. Dove i più fragili sono sostenuti. E dove non dilagano razzismi, odii, intolleranze“.

I mali e le colpe

Parla anche, il commissario del Pd, di cosa in Umbria non va. Il lavoro. La crisi dell’edilizia, gli effetti del terremoto. Problemi, però, sui quali chiama in causa anche le responsabilità del governo gialloverde: il “loro” commissario per il terremoto che blocca tutto da nove mesi; il funzionario mandato al tavolo per il futuro delle Acciaierie senza nemmeno “uno straccio di sottosegretario“; il blocco di accorsi, protocolli, risorse, come per l’area di crisi complessa Terni-Narni; il tavolo sulla ex-Merloni; il caso ex Astaldi; il “buio” sul futuro della E45.

“Fallimenti” di fronte ai quali Walter Verini rilancia: “Dobbiamo e possiamo essere noi l’alternativa credibile”. Quindi, l’appello finale a tutti i dem perché “tirino” dalla stessa parte, “dicendo agli umbri, ai nostri cittadini, che abbiamo capito la lezione, che saremo impietosi con i nostri stessi difetti, per correggerli e superarli“.