Per la diga di Casanuova sul fiume Chiascio, a distanza di 40 anni dall’avvio dei lavori, si apre finalmente la fase che la vedrà entrare gradualmente in funzione.
“Si tratta di un’opera di straordinaria importanza, settima per capacità di invaso in Europa, al servizio di una vasta area del territorio umbro, da cui trarranno molteplici benefici le comunità locali e l’economia regionale” ha sottolineato la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, che stamattina (23 aprile) insieme al vicepresidente e assessore alle Politiche agricole e ambientali Roberto Morroni, ha presentato il completamento dei lavori e l’avvio della prima fase degli invasi sperimentali della diga.
“È stato finalmente raggiunto un primo traguardo per un’opera fondamentale e di grande interesse per la nostra regione – ha detto la presidente – e auspichiamo che ora si possa procedere con tempi ristretti alla messa in un funzione definitiva”. “È una giornata importante per l’Umbria, per la sua agricoltura e il territorio, ed anche per il Ministero delle Politiche agricole – ha detto il sottosegretario Francesco Battistoni – impegnato a stanziare ulteriori risorse nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per le opere idrauliche e il sistema idrico e irriguo”.
“Una giornata che segna una tappa storica per il futuro dell’Umbria, con l’inaugurazione dei primi invasi di una diga da cui deriveranno vantaggi straordinari per l’agricoltura umbra e sul fronte ambientale – ha rilevato il vicepresidente della Regione Morroni – Permetterà, infatti, di distribuire acqua in una porzione rilevante del territorio regionale, per la valorizzazione delle produzioni agricole e l’apertura di nuove prospettive per un’agricoltura più forte. Sul fronte ambientale molti saranno gli impatti positivi, dalla messa in sicurezza delle comunità locali dal rischio esondazioni del fiume, al sensibile miglioramento del sistema idrologico su cui non graveranno più attingimenti, fino alle potenzialità di valorizzazione naturalistica e del paesaggio dello specchio lacustre della diga, lungo circa 20 km, che sicuramente costituirà un elemento di forte attrattiva”.
“La diga sul Chiascio – ha evidenziato fra l’altro il direttore regionale a Governo del territorio e ambiente della Regione Umbria Stefano Nodessi Proietti – con un volume previsto di 224 milioni di metri cubi di acqua, è in grado di mettere al sicuro per i prossimi 50 anni il territorio attraversato dal Chiascio da problemi di siccità o alluvioni, grazie agli importanti interventi di laminazione effettuati”.
A ripercorrere la cronistoria e illustrare i passaggi che, nel giro di 3 anni e mezzo, si prevede consentano di giungere all’autorizzazione della piena operatività dell’impianto, sono stati il presidente e il direttore dell’Euat (Ente Acque Umbre Toscane), concessionario dei lavori e della gestione della diga, Domenico Caprini e Andrea Canali.
“Per l’Eaut – ha detto Caprini ringraziando i Ministeri delle Politiche agricole e delle Infrastrutture per il grande impegno e la professionalità nel portare a compimento un complesso lavoro – la diga di Casanuova sul Chiascio sarà il secondo ‘polmone’, dopo la diga di Montedoglio sul fiume Tevere, che vogliamo gestire per lo sviluppo dell’Umbria”.
Il direttore Canali ha ricostruito le varie e articolate fasi che hanno portato all’evento con cui viene celebrato l’avvio degli invasi sperimentali, dopo l’autorizzazione concessa dalla Direzione generale dighe del Ministero delle Infrastrutture. “L’opera è costata circa 80 milioni di euro, stanziati dal Ministero delle Politiche agricole. L’altezza di ritenuta è di circa 68 metri, con un bacino idrografico di 471 chilometri quadrati“.
I lavori dello sbarramento sul fiume Chiascio a Valfabbrica, su progetto esecutivo del 1971 a firma di uno dei più importanti progettisti di dighe, l’ingegner Filippo Arredi di Trevi, ebbero inizio nel 1981, con termine ufficiale nel luglio 1994. A causa di una frana si è reso necessario un intervento di messa in sicurezza. Interventi avviati nel 2016 e ultimati nel 2019. Dopo il collaudo, è arrivata giorni fa l’autorizzazione che consente l’avvio della prima fase del programma di incremento dei livelli di invaso. Il primo obiettivo è il raggiungimento di quota 305 metri, corrispondente a un volume di invaso di circa 52 milioni di metri cubi di acqua, limitato ma di assoluto interesse.
Per il monitoraggio della diga sono stati installati un centinaio di strumenti di misura, “un sistema molto complesso e puntuale”. I più importanti impieghi dell’acqua dell’invaso, come è stato evidenziato durante la presentazione, sono l’approvvigionamento idrico del sistema Perugino-Trasimeno, l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei territori comunali di Spello, Foligno e Montefalco (finanziamento di circa 15 milioni di euro), degli impianti nella piana di Trevi e a Montefalco e Bevagna (35 milioni di euro) e la produzione di energia idroelettrica (per cica 7 MWh).