Stamattina il sopralluogo di Regione e vertici Eaut, è stata l’occasione per una verifica dello stato di avanzamento della prima fase di invasi sperimentali, propedeutica all’entrata in esercizio dell’impianto | In 3 anni raggiungerà 52 milioni di metri cubi
Sopralluogo congiunto, stamattina (31 maggio) alla diga di Casanova sul fiume Chiascio, a Valfabbrica, da parte del Vicepresidente della Regione e Assessore all’Ambiente e del Presidente dell’Ente Acque Umbre Toscane (Eaut). All’appuntamento erano presenti anche il sindaco di Valfabbrica e il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. È stata l’occasione per una verifica dello stato di avanzamento della prima fase degli invasi sperimentali, propedeutica all’entrata in esercizio dell’impianto.
Primo step raggiunto, 16 milioni di metri cubi
Il Vicepresidente della Regione ha potuto constatare “I significativi passi in avanti compiuti ad un anno dallo sblocco dell’ultradecennale e complesso iter dei lavori che ha permesso l’avvio, nella primavera 2021, del programma di incremento dei livelli di invaso dopo il completamento delle opere di stabilizzazione del versante destro dello sbarramento, resi necessari da un fenomeno di frana. In questi giorni è stata, infatti, raggiunta la prima quota d’invaso, 292 metri, corrispondente a circa 16 milioni di metri cubi di acqua: lo step iniziale di un percorso che, si stima fra circa 3 anni, con quattro cicli di carico e scarico di invasi sperimentali, potrà consentire di incrementare il livello di invaso fino a 305 metri, per un volume di 52 milioni di metri cubi di acqua”.
“Opera di valenza strategica”
“Oggi salutiamo il completamento di questo primo passo nella tabella di marcia – ha detto il vicepresidente, ringraziando l’Eaut (Ente concessionario dei lavori e della gestione della diga), le imprese e i lavoratori coinvolti – che porterà all’entrata in esercizio della diga, con volumi invasati di assoluto interesse che saranno successivamente aumentati. È un’opera di valenza strategica, innanzitutto per l’importanza della risorsa idrica: il ‘petrolio’ del futuro, da gestire in maniera razionale e intelligente per assicurare qualità della vita, con l’uso ai fini idropotabili, e quale leva formidabile per lo sviluppo competitivo dell’agricoltura. Inoltre, dalla valorizzazione naturalistica e del paesaggio dello specchio lacustre della diga, lungo circa 20 km, scaturiranno opportunità sul fronte dell’attrattività turistica, generando lavoro e implicazioni positive per la crescita complessiva del territorio”.
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I territori che ne beneficeranno
Durante il sopralluogo sono state illustrate le prospettive di possibile fruizione della risorsa idrica, insieme ai progetti della rete di adduzione già finanziati e di quelli presentati ed in attesa di finanziamento. I più importanti impieghi dell’acqua dell’invaso – è stato ricordato – sono l’approvvigionamento idrico del sistema Perugino-Trasimeno (con il collegamento già in fase di progettazione da parte di Umbra Acque), l’alimentazione degli impianti già realizzati nei distretti irrigui della Valle Umbra nei territori comunali di Spello, Foligno e Montefalco, degli impianti nella piana di Trevi, a Montefalco e Bevagna e la produzione di energia idroelettrica.
Costi e potenzialità
L’Eaut è concessionaria di un finanziamento ministeriale di oltre 17 milioni di euro per la realizzazione dei lavori relativi alle “opere di adduzione primaria dalla diga sul fiume Chiascio” per i distretti irrigui della Valle Umbra ed è inserita nell’elenco degli interventi da finanziare con il Pnrr, per 15 milioni di euro, con cui sviluppare ulteriormente l’adduzione nel territorio di Montefalco. Ad oggi, oltre allo sbarramento e alle opere accessorie, sono state realizzate la galleria di derivazione e le condotte di adduzione fino alla località Feccioli (Spello), per una lunghezza complessiva di circa 36 km (di cui circa 6 di galleria naturale) per un importo di circa 63 milioni di euro, stanziati dal Ministero delle Politiche agricole. Tramite questa linea, gli ettari totali potenzialmente irrigabili a regime potranno essere 8.000; 185mila gli abitanti potenzialmente servibili a regime dagli acquedotti ad uso idropotabile.