Terni ha attribuito la Cittadinanza onoraria al Polo di mantenimento delle armi leggere (ai più ancora caro come Fabbrica d’armi), l’ente del Comando logistico dell’Esercito cui sono affidati i compiti di manutenzione e assistenza sulle armi leggere in dotazione alle quattro Forze armate della Difesa. La cerimonia di consegna si è tenuta ieri mattina nella Sala consiliare di Palazzo Spada dove erano presenti le più alte cariche civili, militari e religiose della Provincia insieme a molti consiglieri di maggioranza e minoranza. Ai lavori ha preso parte anche la Presidente della Commissione Difesa al Senato, Donatella Tesei.
Ad aprire i lavori è stato il Sindaco Leonardo Latini che, dopo i saluti alle autorità e al nutrito gruppi di personale civile e militare dell’ente militare (presenti anche alcuni pensionati della fabbrica), ha letto la motivazione con cui il Consiglio comunale ha approvato la concessione della onorificenza nel giorno del 144 anniversario della posa della prima pietra (2 giugno 1875): “A testimonianza dei più alti sentimenti di riconoscenza a questa Istituzione e al personale civile e militare che si è succeduto nei quasi 150 anni di storia che hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo economico, sociale, industriale e culturale della stessa comunità ternana”.
“Il Polo significa molto per Terni, ha fatto la storia moderna della nostra città che proprio lungo Viale Brin si è sviluppata fino a diventare una delle più importanti città d’Italia. Un riconoscimento sentito con il quale vogliamo accendere i riflettori su alcune problematiche della fabbrica che devono essere affrontate e risolte che abbiamo già sottoposto al Ministro della Difesa Elisabetta Trenta”.
La parola è quindi passata alla Presidente della Commissione Difesa che ha evidenziato come sia massima l’attenzione della Commissione e dello stesso Governo sul Polo e più in generale sulle strutture militari e le industrie di riferimento presenti in Umbria. “Una attenzione che abbiamo evidenziato con la visita del Ministro Elisabetta Trenta dello scorso novembre, la prima di un Ministro della Difesa a Terni dalla nascita della Repubblica” ha ricordato l’avvocato Tesei. “E’ necessario trovare le risorse necessarie a mantenere e sviluppare un ente riconosciuto di eccellenza da tutti per la nostra sicurezza”.
Il Vescovo Giuseppe Piemontese ha ricordato come l’impegno da sempre richiesto al Polo sia necessario per il mantenimento della concordia e della pace. “Solo al servizio della pace, mai dell’offesa” ha concluso il prelato.
Subito dopo la consegna del documento nelle mani del Direttore dell’Ente, il Colonnello Giuseppe Dei Bardi, che a nome di tutti i dipendenti che si sono succeduti in quasi 150 anni di storia ha ringraziato la Giunta e il Consiglio comunale.
La storia (in pillole)
Sulla storia della Fabbrica d’armi sono stati scritti molti libri e tesi universitarie. E’ grazie al suo sviluppo, come dieci anni dopo di quello delle acciaierie, che Terni venne ribattezzata la Manchester italiana. Nel corso degli anni la allora Regia Fabbrica arrivò a contare più di 7mila dipendenti vantando una produzione di oltre 2mila fucili al giorno, a cominciare dal glorioso Modelli ’91, il “fucile che fece l’Italia” nella Prima guerra mondiale. L’impegno dei lavoratori e delle lavoratrici, assunte in gran numero durante i conflitti per l’impegno degli uomini al fronte, fu encomiabile e di vero sacrificio. Come durante il bombardamento dell’11 agosto 1943 in cui persero la vita 34 dipendenti, quasi tutti civili (a perdere la vita fu anche l’allora comandante Generale Passarelli cui è intitolata la struttura). Tanti gli aneddoti legati al sito, alcuni dal sapore eroico. Come quando i dipendenti, con i tedeschi impegnati a smantellare la fabbrica per non lasciare alcun vantaggio al nemico, nascosero i diamanti industriali necessari a far ripartire le macchine. Qui vene realizzati i disegni costruttivi e alcuni modelli di armi di artiglieria presenti nel Codice Atlantico, Codice Arundel e Codice B che vennero presentati nel 1952 per la Mostra dedicata al Quinto centenario della nascita di Leonardo da Vinci (proprio ieri cadevano i 500 anni dalla morte del genio toscano). Ancora al Polo venne realizzato il fucile con cui Oswald avrebbe ucciso il Presidente Usa JF Kennedy. Oggi i circa 350 dipendenti sono chiamati ad assolvere, anche all’estero, compiti di assistenza e sostegno logistico alle Forze armate e ai Corpi armati dello Stato. Un impegno sempre più gravoso per il mancato ricambio generazionale che rischia di far perdere quel know how che fa ancora del Polo un ente di eccellenza, riconosciuto a livello internazionale. (Car.Cer.)