La Chiesa perugina ha festeggiato i dieci anni del cardinale Gualtiero Bassetti nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Quest’anno ricorre anche il 25° di ordinazione episcopale del cardinale Bassetti. E per queste due significative ricorrenze si è tenuto in cattedrale un concerto di musiche sacre aperto con alcune meditazioni sulla carità cristiana del vescovo “santo” mons. Tonino Bello, lette dall’attore Michele Nani. Il concerto ha visto esibirsi gli archi di UmbriaEnsemble, i fiati romani “Fideles et Amati” e il Coro della Diocesi di Roma, tutti diretti da mons. Marco Frisina, noto teologo e compositore, rettore della basilica romana di Santa Cecilia in Trastevere.
Bassetti, con voce commossa, ha ricordato il “perché” della scelta dell’ingresso in diocesi il 4 ottobre: “Scelsi quel giorno – ha detto – perché Francesco è una creatura stupenda che è vissuto cantando, talvolta disteso, talvolta fra le lacrime, talvolta con tanta compassione, fino all’ultimo respiro. Cantava per lodare il Signore e tutte le creature. Francesco aveva capito una cosa fondamentale: il Crocifisso di San Damiano e il lebbroso erano la stessa cosa”.
Il cardinale, prima di concludere, recitando alcuni versi dell’XI Canto del Paradiso di Dante dedicati al Poverello d’Assisi e alla Terra umbra, ha ripercorso le tappe del suo arrivo a Perugia dieci anni fa.
Bassetti ha ricordato quindi i suoi primi importanti passi nella Diocesi. La sosta all’abbazia di Montecorona, l’incontro con i giovani diocesani a Ponte San Giovanni, quello con gli anziani a Fontenuovo. Infine l’arrivo davanti alla cattedrale di San Lorenzo: “Mai mi sarei aspettato il concorso di quella folla, venuta per incontrare il nuovo pastore, che succedeva al venerato presule mons. Giuseppe Chiaretti – ha commentato il cardinale –. Poi i saluti delle autorità, particolarmente le parole commosse e profonde dei sindaci di Perugia e Arezzo. Capii come il Signore mi avesse chiamato a lavorare in un campo ancora più impegnativo di quelli precedenti, con tutti i problemi che poi ho cercato di affrontare”.
La crisi economica diventata crisi morale.
“Oggi purtroppo non mancano difficoltà di tutti i tipi – ha evidenziato ancora Bassetti –: economiche, per mancanza di lavoro; familiari, per le tante famiglie in crisi; per non parlare dei problemi giovanili. Spesso il dolore si è mutato in malessere sociale e rabbia. Tutto ciò causa in me una profonda sofferenza. Le poche energie che mi restano, vanno condivise con il servizio alla Chiesa italiana. Che fare? Soffrire, pregare, offrire, sono ora, le esperienze più forti che vivo e presento al Signore per tutti voi”.
Quale la gioia più grande in questi anni?
Il cardinale, avviandosi alla conclusione, si è chiesto quale fosse la gioia più grande di questi anni. Risposta: “L’incontro con voi, con la mia gente, vissuto soprattutto nella Visita pastorale. Tra le cose più care della mia vita e che, se vivrò ancora qualche anno, porterò sempre con me, è un grande album di foto dei momenti più salienti della Visita. Le istantanee riproducono gli incontri con il mondo della scuola, del lavoro, delle famiglie, dei giovani, degli anziani, dei malati. Queste foto sono pezzi di vita, e mi hanno aiutato a prendere una decisione: alla fine del mio mandato non lascerò la terra umbra di san Benedetto e san Francesco, questa terra vostra ed ora anche mia. E al termine della mia esistenza terrena, desidero poter riposare accanto ai miei predecessori, nella cripta della cattedrale di San Lorenzo, per respirare il profumo delle preghiere che, ogni giorno, da queste volte stupende, si innalzano al Padre di tutti noi”.