“Aspettiamo la comunicazione del vescovo o serve proprio quella del Papa?“. In questa battuta tra due esponenti del Pd, in trepidante attesa per sapere se saranno inseriti in lista, un fondo di verità c’è. Perché è anche con gli ambienti della Chiesa che Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, si sta confrontando in queste ore per decidere se accettare o meno la proposta di candidarsi da civica a presidente della Regione Umbria per la coalizione di giallorossa.
Questa mattina la Di Maolo ha partecipato come da programma al panel “La fine del tempo”, con lo scrittore Guido Maria Brera, nell’ambito degli incontri per il Cortile di Francesco in corso di svolgimento ad Assisi.
L’attenzione dei giornalisti locali era tutta per lei. Ma la 49enne avvocatessa spoletina si è limitata a dire, sorridendo: “Non sono qui per questo. E’ il momento della riflessione“. La sua decisione è attesa per questa sera. Da valutare le conseguenze per il suo lavoro al Serafico, da lei inteso come una missione. Ed anche i rapporti all’interno del terzo settore.
Anche se tra i dem già nella mattinata si era diffusa la voce sulla necessità di adottare un “piano B” (o siamo già al piano F, G, visti i “no” ricevuti) perché la Di Maolo, secondo questa ricostruzione, sarebbe stata propensa a rifiutare. E allora, ecco rispuntare dalla Valnerina il nome della dirigente scolastica nursina Raffaella Tonti, già tentata nei giorni scorsi. E, sempre da Norcia, quello del presidente di Federalberghi, Vincenzo Bianconi.
L’ipotesi Fora non è tramontata, visto che l’ex presidente di Confcooperative Umbria si vedrà con i suoi questo pomeriggio per decidere il da farsi alla luce delle ultime novità.
Ad Assisi intanto, il segretario locale della Lega e candidato alle regionali, Stefano Pastorelli, non fa in tempo a chiedere le dimissioni delle possibili candidate assisane per la nascente coalizione giallorossa. E così, dopo aver chiesto la testa della sindaca Stefania Proietti, Pastorelli, nel congratularsi anzitempo con Francesca Di Maolo, mette le mani avanti di fronte ad un possibile conflitto di interessi in caso di accettazione, dato che il Serafico “riceve contributi dalla Regione Umbria“. Pastorelli auspica inoltre che eventualmente il vescovo di Assisi nomi al suo posto una figura “di alto profilo che segni una netta discontinuità rispetto all’attuale vertice del Serafico, onde fugare ogni dubbio circa la commistione tra Chiesa e Stato“. Anzi, per Pastorelli il vescovo dovrebbe cambiare non solo la presidenza del Serafico, ma tutto il Consiglio di amministrazione. Invitando il Movimento 5 stelle di Assisi a sostenere questa sua richiesta