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DI GIROLAMO LASCIA PALAZZO MADAMA, FERRANTE E’ NEO SENATORE. LETTERA APERTA A RUTELLI “IO RESTO CON IL PD”

Francesco Ferrante da ieri è tornato sugli scranni di Palazzo Madama. Ecodem, primo dei non eletti del Pd nel collegio dell'Umbria, è subentrato al senatore dimissionario del Partito democratico, Leopoldo Di Girolamo, eletto sindaco di Terni. Già senatore nella XV Legislatura e per dodici anni ai vertici di Legambiente, Ferrante ricopre anche la carica di direttore generale del Gruppo a Palazzo Madama. Il neosenatore alla vigilia di assumere l’incarico ha inviato, insieme all’ecodem Roberto Della Seta una lettera aperta a Francesco Rutelli, uscito dal piddì e in vista di approcciare una allenaza con l’Udc. Questo il testo “Caro Francesco, vogliamo dirti che le tue critiche severe al Pd 'mai nato' sono in parte fondate ma sono anche largamente omissive. Omettono di ricordare che se il Pd rischia di immiserire le sue ambizioni iniziali in una riedizione socialdemocratica fuori tempo e fuori luogo, la responsabilità è anche ed è molto di quanti, Rutelli e i cosiddetti 'coraggiosi', invece di proporsi come i più decisi, radicali fautori del rinnovamento e dell’innovazione necessari, si sono raccontati o si sono comunque lasciati raccontare come la ‘destra’ del Pd: la destra che reclamava l’alleanza con l’Udc di Casini, o peggio ancora la correntina neo-clericale dei teodem. Deluso dal Pd tu te ne vai per contribuire a costruire altrove, sostanzialmente attorno all’Udc, la 'nuova offerta politica' che serve all’Italia. L’intenzione è lodevole, solo fatichiamo a capire come sia realizzabile puntando sull’alleanza, magari presto sulla fusione, con un partito che nuovissimo, nei riferimenti culturali come nello stile politico, non sembra. Un partito che considera inopportuno sanzionare con norme specifiche le violenze a sfondo omofobico. Che ignora completamente le tematiche ambientali, oggi centrali nel profilo e nella proposta delle forze riformiste in tutto il mondo. Un partito che soffre più ancora del Pd, che pure ne soffre abbastanza, di quella che per qualcuno, anche per noi, è un’evidente 'questione morale' e che in ogni caso è una modalità di azione politica largamente fondata sul clientelismo e su un rapporto non trasparente con gli interessi economici (un nome per tutti: Cuffaro). No, non ci riesce di capire come la 'nuova offerta politica' che tu invochi possa costruirsi sulle fondamenta dell’Udc. Tu Francesco te ne vai, noi restiamo. Restiamo, certo, con la preoccupazione che il Pd possa allontanarsi dalle premesse e dalle promesse del 2007. Ma restiamo convinti (ancora) che il Pd sia l’occasione per dare vita in Italia a un riformismo capace di vincere e capace di cambiare in meglio il nostro Paese. Convinti – concludono Della Seta e Ferrante che senza qualche coraggioso' che non molli, questa scommessa è persa”.