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DI GIROLAMO A TUTTO CAMPO, IN UNA NOTA IL SINDACO FA CHIAREZZA SULLE ULTIME VICENDE: “A TERNI NON ESISTE UNA CUPOLA”

di Leopoldo Di Girolamo (*)

“Terni nella sua storia moderna, quella del ‘900, ha vissuto molti momenti difficili, raccontati magistralmente da Alberto Provantini in un articolo di qualche giorno fa. Il cuore della vita cittadina era viale Brin, una specie di arteria-aorta che garantisce, ancora oggi, con la presenza di industrie e lavoro, il sangue e l’ossigeno necessari a far vivere l’intera comunità. Una via percorsa da ventimila lavoratori, la strada, come dice Provantini, del lavoro, del progresso della speranza, ma anche delle lotte, delle vittorie e delle sconfitte, come quelle dei grandi licenziamenti del 1952-53. Ogni volta Terni ha saputo reagire, riconvertendo le produzioni, qualificando ed innovando quelle tradizionali, aprendo nuovi filoni di sviluppo”.
“Ma la fase che ci troviamo ad affrontare oggi è probabilmente la più difficile e complessa della nostra storia e nella città si avverte una forte preoccupazione, un senso di smarrimento che turba la ragione. Molti fattori, mai combinati insieme prima d’ora, contribuiscono a determinare questa difficoltà. Cercherò schematicamente di elencarli”.

Le riforme del Governo senza investimenti sono illusioni – “In primo luogo siamo ormai da due anni e mezzo dentro la più grande crisi economico-finanziaria che abbia riguardato i nostri Paesi dal dopoguerra in poi. E’ una crisi strutturale che, per essere adeguatamente affrontata, avrebbe necessitato di misure e riforme strutturali, di politica economica, industriale, ma anche sociali. Alcuni Paesi, come la Francia, la Germania, la Gran Bretagna lo hanno fatto, l’Italia no. E così, secondo l’ultimo rapporto OCSE G7, vediamo Paesi che hanno ripreso a crescere a ritmo sostenuto, Canada (+ 5,2%), Germania (+3,7%), Francia (3,2%), USA (+3,1%), G.B. (+3%), con una media del 3,2%, mentre l’Italia si ferma all’1,1% con prospettive addirittura di ridimensionamento. L’Italia quindi cresce ad un ritmo che è 1/3 di quello degli altri Paesi più sviluppati, con la ulteriore aggravante di essere il Paese con la peggiore situazione riguardo alla disoccupazione di lunga durata ed alla disoccupazione giovanile”.
“L’Italia non cresce. Io credo che questo sia dovuto al fatto che il Governo non ha accompagnato alla doverosa azione di tenuta dei conti pubblici (operazione comunque fatta in buona parte sulle spalle degli Enti Locali), una vigorosa politica di sostegno alla ripresa ed alla crescita accompagnata da indispensabili riforme strutturali. E non credo che il Documento di Economia e Finanza accompagnato dal Programma Nazionale di Riforme, recentemente presentato dal Governo, cambierà radicalmente la situazione in quanto non contempla alcuna risorsa finanziaria. Continuiamo con l’illusione delle cosiddette riforme “a costo zero”. Gli altri Paesi finanziano la crescita con decine di miliardi di euro, noi con zero euro. I dati ci dimostrano che hanno ragione gli altri ma il Governo continua ad illudere il Paese”.

Chimica e siderurgia: evitare che a pagare alla fine siano i lavoratori – “Dentro la crisi generale si inseriscono le vicende particolari che stanno interessando i comparti produttivi storici della nostra città: quello chimico e quello metallurgico. Del comparto chimico conosciamo bene la storia. A febbraio 2010 la Lyondell Basell, sottoposta ad amministrazione giudiziaria da parte della Bankruptcy Court di New York, decide di chiudere la sede produttiva di Terni, malgrado sia in attivo per 9 ML di euro, uno dei tre siti italiani. Va avanti malgrado l’opposizione della intera comunità cittadina e regionale e senza nemmeno dare la disponibilità alla vendita. Nel frattempo si acuisce anche la situazione di Meraklon che circa due mesi fa inopinatamente, dopo atteggiamenti diversivi e provocatori messi in atto dalla proprietà, decide di chiudere lo stabilimento. L’otto aprile Giampaolo Fioretta, titolare dell’azienda, viene arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa allo Stato ed all’appropriazione indebita. Tutto il Polo chimico della città, con le aziende collegate le une alle altre per le tipologie di lavorazione e per la gestione dei servizi, rischia di chiudere. Fortunatamente la Novamont, azienda leader nel mondo per le produzioni chimiche ecosostenibile, promuove una newco interessata a rilevare lo stabilimento Basell e rilanciarne la produzione, si determina un incontro fra le due parti il 6 aprile e si aprono spiragli sul possibile esito positivo della vertenza. Intanto il sistema delle autonomie locali umbre, per mano della Regione, avanza formalmente, prima al Ministero dello Sviluppo Economico e poi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la richiesta di rinnovo del Patto di territorio dell’area Terni – Narni dentro cui inserire un accordo di programma per la chimica. Dato un doveroso ringraziamento alla Procura di Terni ed al Tribunale per la tempestività con la quale è stato nominato un amministratore giudiziale per la Meraklon, ora per la positiva soluzione della vertenza sono necessari, da parte del Governo, una più incisiva azione di diplomazia economico-politica verso Lyondell Basell e la convocazione rapida del Tavolo per il rinnovo del Patto di Territorio”.
“Per quanto riguarda la vicenda della siderurgia, la TK-AST, pur in un quadro mondiale di permanente difficoltà dovuta alla sovrapproduzione ed ai prezzi più concorrenziali offerti da coreani, russi, turchi, finlandesi, stava riconquistando quote produttive e pezzi di mercato quando è arrivata la sentenza del Tribunale di Torino. In merito a questa dolorosissima vicenda non posso che ribadire quanto espresso nella mia prima presa di posizione: fiducia nella magistratura, rispetto pieno della sentenza nelle parti che investono le responsabilità personali di alcuni dirigenti, preoccupazione per le sanzioni accessorie se queste determinano una ricaduta negativa sulla competitività dell’azienda e quindi sul lavoro di migliaia di persone che da essa dipendono”.
“Su questa presa di posizione, così come su altre simili, tutte improntate al rispetto ed alla responsabilità, si è scatenata una canea che, per alcuni versi ha assunto anche la forma di una sorta di linciaggio morale per via mediatica. E’ una forzatura inaccettabile”.
“La nostra città è nata e cresciuta sul lavoro, ha nel suo DNA il valore del lavoro, della vita umana e della sicurezza dei lavoratori. Terni ha vissuto le tragedie delle morti sul lavoro, purtroppo anche recentemente, ne conosce bene i risvolti drammatici e non ha mai fatto venir meno né l’impegno alla prevenzione (vedi proprio il protocollo avanzato rinnovato ad Aprile 2010 proprio con TK-AST) né quello alla solidarietà concreta. Abbiamo solo posto in evidenza che si rischia di far pagare ai lavoratori il prezzo di responsabilità che essi non hanno assolutamente”.

Crisi, tagli e sfiducia nella politica – “Le difficoltà della politica e delle istituzioni, strette fra una crescente sfiducia da parte dei cittadini (i politici sono ormai da tempo all’ultimo posto nella graduatoria della fiducia), ed il drastico taglio delle risorse economiche da parte del governo che non consente loro di sostenere adeguatamente le famiglie, le associazioni, le imprese in questa fase di grave crisi”.

A Terni non esiste alcuna cupola: le istituzioni sono autonome e trasparenti, la città è sana – “Le iniziative della magistratura che hanno condotto in carcere una importante personalità del mondo economico cittadino che da svariati anni rappresentava una delle associazioni più importanti, ipotizzando anche l’esistenza di un vero e proprio sistema di corruzione. Anche qui non posso che ribadire quanto detto: fiducia ed apprezzamento per l’azione della magistratura, collaborazione piena alle indagini, necessità di fare presto per evitare che i “sentito dire” e le chiacchiere da bar, purtroppo sempre vivaci nella nostra città, determinino schizzi di fango a 360 gradi. Ma voglio anche confutare un termine “pesante” che è apparso sulla stampa in riferimento a questa vicenda. A Terni non esiste alcuna “cupola”. La presenza di una “cupola” presuppone il fatto che ci sia un potere, esterno ai decisori legittimi, che si sostituisce agli stessi o ne condiziona profondamente l’agire e le decisioni. Così non è. A Terni le istituzioni sono pienamente autonome e rispondono con trasparenza e responsabilità verso i cittadini e gli organismi di controllo, delle decisioni che assumono. E lo stesso mi sento di poter dire per quello che riguarda il vasto mondo delle associazioni”. “Terni è una città sana e, per quello che mi riguarda, ritengo che episodi di malcostume e violazione delle leggi vadano ascritte a responsabilità individuali”.

Qualità della vita e pressione fiscale: dati incoraggianti – “Dentro queste temperie di situazioni critiche la città finora ha dimostrato di saper reagire. Insieme a dati preoccupanti quali quelli del fortissimo aumento dell’uso di ammortizzatori sociali e le aggravate difficoltà dei nostri giovani a trovare lavoro, vi sono dati incoraggianti. Ne cito alcuni. Nel 2010 Terni si è collocata al 40° posto in Italia per qualità della vita, è risalita di ben 5 posizioni nella graduatoria nazionale del tenore di vita, c’è stato, in controtendenza al dato nazionale, un aumento (1%) delle imprese; la quotazione delle abitazioni, anche qui in controtendenza (Perugia è –1,4%) registra un incremento del 2,8%. Siamo al 71° posto in Italia per costi dei servizi a domanda individuale; al 57° posto per costo della vita, inferiore dell’ 11% alla media nazionale; al 79° posto per la pressione tributaria complessiva ma all’87° per peso delle tasse comunali. Garantiamo il tempo pieno alle elementari al 25,1% dei nostri bambini (la media nazionale è al 24% e Perugia è al 19%); siamo al 9° posto nazionale per la sicurezza negli edifici scolastici. Siamo al 43° posto per dotazioni di piste ciclabili in rapporto agli abitanti; siamo al 3° posto per estensione di isole pedonali; al 24° per la mobilità sostenibile; siamo al 35° posto per qualità ambientale. Siamo al 20° posto per qualità dei servizi sanitari, al 43° per sicurezza”.
“Se ci mettiamo anche il fatto che il Comune di Terni finanza con entrate straordinarie solo lo 0,8% del bilancio corrente, collocandosi così al 72° posto della graduatoria corrente, ne consegue il quadro di una città viva e vivibile, dinamica, amministrata in modo responsabile e che possiede i fondamentali per uscire dalla crisi”.
“Ne è un indice anche il dato demografico. Terni cresce ed ha raggiunto nel 2010 il suo massimo storico: 113.324 abitanti. Una crescita dovuta solo in parte a nuovi residenti, per lo più stranieri, ma ad un corposo aumento delle nascite. Sono 947 i nuovi nati nel 2010, il valore più alto registrato dal 1979, un importante segno di fiducia nel futuro”.

Terni ce la può fare: serve un impegno corale della politica e della società civile – “Ci sono quindi ombre pesanti ma, come ha detto monsignor Paglia nella sua omelia alla messa celebrata all’interno del Polo chimico, si vedono anche delle luci che dobbiamo rendere sempre più forti e splendenti in modo da scacciare il buio. Come disse Franklin D. Roosevelt nel suo discorso di insediamento come Presidente degli Stati Uniti di America: “L’unica cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”. Serve sicuramente un rinnovato e più incisivo impegno delle istituzioni che rappresentano un soggetto fondamentale, ma non sufficiente di questa storia. Serve un impegno corale della società politica e di quella civile, superando particolarismi ed opportunismi, dando generosamente il proprio indispensabile contributo”.
“Terni ce la può fare se, come successo tante volte in passato e come ci dimostra oggi la lotta intrapresa dai lavoratori del Polo chimico, ci si impegnerà unitariamente per il bene comune”.
“Per questo, dopo il passaggio del bilancio, come amministrazione comunale attiveremo un percorso di partecipazione per la redazione del Piano Strategico. Sarà un'altra occasione per costruire insieme il futuro della città”.

(*) Sindaco di Terni