Continua, inarrestabile, la spirale di violenza nelle carceri umbre. L’ultimo grave episodio, è accaduto ieri (3 novembre) nella Casa di reclusione di Spoleto.
Un detenuto di circa 30 anni, di origine nigeriana, dopo aver rotto una finestra della propria cella, con una spranga di metallo ha tentato di aggredire il personale di Polizia penitenziaria intervenuto sul posto. Durante la fase di contenimento, il vicecomandante del reparto ha anche riportato un profondo taglio al dito di una mano, subito medicato con diversi punti di sutura al pronto soccorso di Spoleto.
Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha fatto sapere come questo sia “soltanto l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza perpetrati nei confronti degli agenti Polizia penitenziaria di Spoleto, la cui capacità operativa è stata fortemente compromessa dai tagli organici avvenuti nel 2017 di circa 80 unità e che ad oggi non hanno trovato ancora idonee soluzioni”.
Anche il segretario generale del Sappe Donato Capece stigmatizza il grave fatto ed esprime solidarietà al poliziotto coinvolto: “Solidarietà e vicinanza al collega ferito, ma questa è la goccia che fa traboccare il vaso: basta violenze contro la Polizia Penitenziaria. Pretendiamo che lo Stato tuteli i suoi servitori! Il Sappe non mollerà di un centimetro e non fermerà le proprie rivendicazioni per garantire agli agenti la massima incolumità fisica in servizio. Per questo chiediamo di essere dotati di taser per fermare le aggressioni dei detenuti violenti”.