Ancora un poliziotto ferito al carcere di Capanne, la denuncia del Sappe: il sistema delle carceri non regge più
Ancora un episodio di violenza nel carcere di Capanne, in questi giorni più volte al centro delle cronache per lesioni subite dagli agenti di polizia penitenziaria.
Detenuto prima si taglia, poi aggredisce agente
Questa volta il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), attraverso il segretario per l’Umbria, Fabrizio Bonino, denuncia un fatto avvenuto venerdì sera. un detenuto 50enne, dopo essersi tagliato le braccia con una lametta, ha cosparso di sangue la cella.
Gli agenti sono intervenuti per prestargli le cure. Ma il detenuto, una volta fuori dalla cella, si è scagliato prima contro il preposto di polizia penitenziaria, rimasto contuso, e poi ha preso il muro a testate.
“Ancora una volta – commenta Bonino, solamente grazie alla prontezza del personale di polizia penitenziaria operante nel reparto si è scongiurato il peggio. Ma contiamo l’ennesimo poliziotto ferito e questo non è accettabile”.
Il Sappe: il sistema delle carceri non regge più
Donato Capece, segretario generale del Sappe, commenta: “Questo nuovo drammatico evento critico di un detenuto evidenzia come i problemi sociali e umani permangono nei penitenziari, lasciando isolato il personale di Polizia a gestire queste situazioni di emergenza. Gli istituti di pena hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma essi rappresentano un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti”.
Capece sottolinea: “Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Lo dimostrano i quotidiani eventi critici violenti che accadono nelle carceri, ed in quelle umbre in particolare. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo proprio una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, conclude il leader del Sappe.
“Mancano agenti di polizia penitenziaria”
“Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Mancano agenti di polizia penitenziaria e queste sono le conseguenze e coloro che hanno la responsabilità di guidare l’Amministrazione Penitenziaria dovrebbero seriamente riflettere sul loro ruolo dopo tutti questi fallimenti”.