Un detenuto di origine marocchina, sottoposto a regime di 14 bis nel carcere perugino di Capanne, ha scagliato contro un agente un bicchiere pieno di latte, colpendolo all’altezza dell’occhio e procurandogli delle lesioni giudicate guaribili in sette giorni dai medici dell’ospedale cittadino.
“Questo detenuto – denuncia Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – è la terza volta che aggredisce un agente di polizia penitenziaria ed ancora il Dipartimento non lo trasferisce”.
L’ennesimo episodio di violenza ai danni del personale di polizia penitenziaria all’interno del carcere di Capanne fa scattare l’ennesima protesta del Sappe: “E’ assurdo: siamo stufi di una Amministrazione penitenziaria, di uno Stato, che si ‘cala le braghe’ di fronte ai detenuti violenti anziché punirli severamente. Servono risposte ferme e immediate contro questi delinquenti”, attacca Bonino. Che aggiunge: “La verità è che a nessuno frega niente delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria che in Umbria, come in ogni altra regione e provincia d’Italia, buttano letteralmente il sangue nelle sezioni detentive e non sono minimamente considerati da parte di questa Amministrazione matrigna! Se l’amministrazione non assumerà precisi e impegni e non saranno intraprese reali iniziative volte ad apportare migliorie alle condizioni di lavoro del personale, saremo pronti a continuare proclamare lo sciopero bianco ed a bloccare le carceri regionali!”.
“Aiutate concretamente la Polizia Penitenziaria a uscire da questo buio tunnel. Come recita il motto del Sappe: “res non verba”, ovvero fatti, non parole”, rivendica Donato Capece, segretario generale del Sappe. Che aggiunge: “Siamo alla follia, adesso siamo arrivati al punto che i detenuti picchiano gli Agenti e sfasciano letteralmente le carceri. Il senso di impunità ed abbandono delle carceri è veramente a livelli allarmanti se non si riprende in mano la situazione”.
Capece torna a chiedere pubblicamente “che chi di dovere tenga in considerazione le criticità delle carceri della Nazione, dove mi sembra evidente sussistano problemi nella catena di comando e in cui evidentemente non si è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta. Sono palesi le inadempienze e le gravi colpe dell’Amministrazione Penitenziaria!”, conclude il segretario generale del Sappe, che non risparmia critiche al capo del DAP Giovanni Russo: “A lui, da mesi, stiamo chiedendo – senza avere alcun riscontro! – di intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza!”.