Ancora una situazione critica nelle carceri dell’Umbria. Questa volta, protagonista dell’ultimo episodio in ordine di tempo, è stato un detenuto della casa di reclusione di Spoleto ed a denunciare il fatto è il Sappe.
“Continuano le aggressioni – racconta il segretario per l’Umbria Fabrizio Bonino – da parte dei detenuti nei confronti della Polizia Penitenziaria in Umbria. Questa volta è il personale in servizio a Spoleto ad aver vissuto giornate da incubo. Un detenuto, noto alle cronache per le sue intemperanze al regime carcerario, varie le aggressioni nel corso degli anni al personale e ad altri reclusi, nel giorno del Venerdì Santo si è reso responsabile di aggressione al personale di Polizia Penitenziaria ma, non contento, nelle giornate di Pasqua (notte tra l’8 e il 9) ha ingerito delle lamette e, a seguito di tale gesto, è stato prima trasportato all’ospedale di Spoleto e in seguito a quello di Terni. In quest’ultimo nosocomio ha distrutto il reparto detentivo ove era ubicato – suppellettili, bagno, fornitore, ossigeno, etc. -: poi, non contento, ha cercato di abbattere il cancello di sbarramento usando come ariete la porta del bagno. Ha gettato urine verso la porta e sputato in faccia al preposto alla scorta. I colleghi in servizio hanno dovuto richiedere l’intervento della polizia di Stato. Insomma, un vero e proprio clima da Far West: e questi sono solamente gli ultimi di tante aggressioni e vessazioni e torture che questo detenuto ha fatto nei confronti del personale di Spoleto. E la cosa grave è anche che da tempo è stato chiesto l’allontanamento al Prap di Firenze e al Dap di Roma (che si rimbalzano la palla a vicenda) ma nulla è cambiato, lui è sempre lì a creare caos e disordine”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti di Spoleto ed evidenzia come sia “del tutto evidente che anche questi gravi fatti, accaduti in carcere a Spoleto prima ed in ospedale a Terni poi, è un chiaro sintomo del malessere che si vive nelle carceri umbre e per questo torniamo a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità di penitenziari regionali che evidentemente non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, spesso mandati qui dalla Toscana, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno della Regione. E queste sono anche le gravi conseguenze della chiusura del Provveditorato regionale di Perugia, per una decisione politica tanto assurda quanto dannosa. Ora l’Umbria dipende dalla Toscana e, come la segreteria nazionale umbra del SAPPE ha denunciato in più occasioni, l’ufficio regionale di Firenze si sbarazza dei detenuti più pericolosi e problematici mandandoli nella nostra regione. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana. Questo è inaccettabile! E siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. E’ per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.