Le Rsu/Rsa e le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Perugia e della Toscana si sono riunite mercoledì 23 luglio 2014 presso la sede della Confcommercio di Arezzo in merito alla vertenza Despar DueGi srl.
La proprietà ha esposto il piano aziendale che prevede la cessione di tutti i punti vendita (36 tra Umbria, Toscana e Lazio) ad altre aziende del settore. Nella prima fase verranno ceduti un primo blocco di 15 negozi in Toscana, mentre i 6 negozi umbri (con circa 100 addetti totali) faranno parte di un secondo blocco di trattativa ancora in via di definizione. In questi giorni la Filcams Cgil provvederà ad informare i lavoratori interessati con le assemblee già programmate.
“Alla luce di quanto emerso dall’incontro – dichiara Riccardo Giulivi della Filcams Cgil di Perugia – esprimiamo forte preoccupazione per le prospettive di salvaguardia occupazionale di tutti e 36 i punti vendita e chiediamo l’immediato ricorso alla cassa integrazione straordinaria, al fine di garantire continuità di reddito a tutte le lavoratrici e lavoratori”.
Per cercare di monitorare la situazione Rsu e sindacati hanno programmato con la controparte un ulteriore incontro per il giorno 29 luglio alle ore 14:30.
E non va meglio negli altri settori. Nella riunione del 25 luglio 2014 sono stati iscritti nelle liste di mobilità (legge 223/91) 259 lavoratori e lavoratrici (39 donne), provenienti da 30 aziende della provincia di Perugia.
Tale situazione è riferita praticamente al solo mese di luglio e più precisamente al periodo 20 giugno – 25 luglio.
Già in precedenza c’erano stati altri lavoratori inseriti nelle liste di mobilità, dalla Commissione provinciale tripartita per le politiche del lavoro della provincia di Perugia. Praticamente persone licenziate che hanno perso il lavoro.
Questa continua ad essere la vera emergenza del’Umbria e dell’Italia: il lavoro.
La situazione dell’Umbria e del Paese è caratterizzata dalla crisi, da una crescente disoccupazione e dalla perdita di imprese manifatturiere e dei servizi.
Non si esce positivamente dalla crisi se non si determinano investimenti pubblici e politiche industriali che facciano ripartire lo sviluppo, la ricerca e l’innovazione creando lavoro e non bruciando posti di lavoro.
Su questo, si misura la capacità della volontà di cambiamento delle classi dirigenti dell’Umbria e del Paese.
Sono necessarie scelte ed atti coerenti rispetto alla vera emergenza, scelte ed atti che CGIL CISL UIL hanno più volte elencato e sottoposto la Governo Nazionale ed alla Regione, a partire da un serio piano straordinario per il lavoro in Umbria che dia risposte concrete e praticabili.