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Deruta insorge, settore ceramica fuori dal DL Ristori

Redazione

Deruta insorge, settore ceramica fuori dal DL Ristori

Mar, 17/11/2020 - 19:05

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Toniaccini: “Chiediamo al governo le giuste misure non solo per aiutare le nostre imprese ma per tutelare un bene ambasciatore dell’italianità"

E’ racchiusa i cinque punti la tutela del settore della ceramica che il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini insieme al Comitato degli Artigiani di Deruta (promotore dell’iniziativa) hanno evidenziato in un documento inviato al premier Conte, alla governatrice Donatella Tesei, ai Parlamentari, precedentemente condiviso con le associazioni di categoria e sottoposto all’attenzione dell’Aicc, l’associazione italiana delle città della ceramica.

Si parte dall’esclusione del settore nel Dl Ristori-bis e si propongono misure configurabili come strategie di breve periodo, che possano in qualche modo risollevare o quantomeno contrastare il declino del settore: ristoro, come avvenuto nel precedente lockdown, che vada a coprire almeno in parte i mancati ricavi; esonero dal pagamento dei contributi INPS per il periodo di limitazione agli spostamenti che hanno colpito il turismo, settore strettamente correlato alla ceramica artistica; esonero dal pagamento della TARI; sconti sulle utenze (energia elettrica, calore); posticipo del pagamento dell’IVA.

“Non solo aiuti alle imprese e quindi, indirettamente, all’occupazione e all’economia, ma soprattutto tutela di un patrimonio regionale e nazionale, di un bene che è ambasciatore della nostre arte, della nostra tradizione, della nostra italianità, nel mondo”: è quanto afferma il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini, riferendosi al documento che come Comune di Deruta è stato redatto a tutela della ceramica artistica tradizionale.

Ai cinque punti di breve periodo si affianca una visione di medio-lungo periodo che prevede, fra le altre azioni, la formazione del personale e la digitalizzazione delle attività. Si tratta di una combinazione tra strategia prettamente aziendale e promozione del brand della ceramica artistica a livello collettivo, al fine di mantenere alto il livello di reputazione della ceramica.

Risulta di fondamentale importanza investire in piattaforme di vendita on-line (e-commerce), accompagnate dall’utilizzo dei social, tramite cui promuovere e “raccontare” in modo alternativo i propri prodotti”.

“Ho portato la proposta – afferma il sindaco – in sede di Aicc e ho trovato un consenso unanime. Si è deciso, infatti, di costituire un gruppo di lavoro con i Sindaci delle città italiane di antica tradizione ceramica, la Strada della Ceramica in Umbria e le associazioni di categoria. La ceramica è una tradizione fortemente radicata nei territori di cui è espressione e ne riflette l’identità storica e culturale: nelle proposte che intendiamo sottoporre a tutti i livelli istituzionali, si evidenzia la complessità e la potenzialità delle nostre aziende con lo scopo di consentire la loro sopravvivenza in questo difficile e delicato momento emergenziale, ma soprattutto di programmare una nuova stagione di sviluppo. Si devono gettare oggi le basi perché questo settore risorga più forte di prima.

Il nostro è un appello ai rappresentanti delle Istituzioni, per le relative competenze, ai Parlamentari, tutti, per attivare queste misure che abbiamo individuato, da implementare in modo sinergico, per evitare la chiusura delle attività e mantenere la vitalità delle imprese e della relativa occupazione.

Con l’ultimo Decreto Ristori è svanita pure la possibilità di rientrare tra quelle attività in grado di ricevere risorse economiche al fine di contrastare lo stato di crisi generalizzata che riguarda il comparto, dai produttori di semilavorati a quelli di prodotti finiti”.

Dati del settore

Questo settore, che conta oltre 3.500 imprese, più di 10.000 addetti e un volume di affari di oltre 1 miliardo, attraversa da anni una forte crisi, dovuta anche alla problematica della contraffazione estera, fenomeno che investe molte eccellenze del made in Italy, e che oltre a danneggiare l’immagine dei nostri prodotti, sottrae ogni anno miliardi di euro alle aziende italiane per le mancate vendite.

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