Le associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente, Lipu BirdLife Italia e WWF Italia hanno inviato una diffida formale a tutte le Regioni e Province autonome che hanno chiesto di poter consentire la caccia in deroga di storni e fringuelli secondo le “piccole quantità” indicate nell’accordo trovato in Conferenza Stato-Regioni.
Per animalisti e ambientalisti non sussistono i presupposti (motivazioni precise, assenza di alternative soddisfacenti, modalità selettive e rigoroso controllo) previsti dalla normativa europea. “Non esistono motivazioni oggettive – scrivono – che giustifichino tali deroghe, se non la volontà di mantenere promesse politiche a scapito della tutela della biodiversità. È una deriva pericolosa che molto probabilmente riaprirà nuovi contenziosi con l’Unione europea, con potenziali ricadute economiche sulle amministrazioni e responsabilità personali per gli amministratori coinvolti, ma anche su tutti i cittadini che dovranno pagare le eventuali sanzioni inflitte dall’Ue”.
L’Italia, ricordano le associazioni ambientaliste e animaliste, è già stata condannata dalla Corte di Giustizia dell’UE per un uso improprio delle deroghe, con una delle sentenze (C-573/08).

“Difendere le specie, soprattutto quelle protette non è un optional – concludono ENPA, LAC, LAV, Legambiente, Lipu BirdLife Italia e WWF Italia – ma un obbligo giuridico e morale. Chiediamo con forza alle Regioni di fare un passo indietro, nel rispetto della legge e della tutela della natura”.
Oltre alla diffida inviata a Regioni e Province interessate, le associazioni ambientaliste e animaliste confidano nella vigilanza da parte del ministro dell’Ambiente.
Si preannuncia un altro periodo di battaglie a suon di carte bollate.