I reati contestati sono tutti in relazione alla gestione del depuratore di Bettona, gestito dalla Codep. Per l’accusa, questo gruppo di persone, sistematicamente, grazie al supporto dei tecnici dell’Arpa territoriale, avrebbero gestito illecitamente reflui zootecnici, utilizzando meno terreni di quelli dichiarati, concentrando quantità superiori al consentito e, si ipotizza, sversando diversamente i liquami. Per gli imputati le accuse vanno dall’associazione per delinquere allo scopo di commettere una serie indeterminata di reati contro l’ambiente, la salute pubblica e la fede pubblica, al traffico illecito di rifiuti, al disastro ambientale, all’avvelenamento delle falde acquifere.
Il procedimento è ormai nel vivo per una vicenda complessa iniziata nel 2009 con 11 misure cautelari emesse a seguito di tre anni di indagini del Noe (nucleo operativo ecologico) e del pubblico ministero Manuela Comodi. Gli imputati (26 all’inizio, poi 18 dopo le posizioni stralciate e il ricongiungimento di un altro procedimento) sono accusati di avere costituito un “sodalizio che operava mediante l’irregolare e non autorizzata gestione dell’impianto (di depurzione, ndr) al fine di consentire ai consociati di disfarsi agevolmente degli enormi quantitativi di rifiuti prodotti dalle proprie aziende zootecniche, lucrando sia sui notevoli risparmi derivanti dallo smaltimento illecito, anche attraverso conferimenti di terreni da parte di proprietari, …, sia sui proventi e le utilità derivanti dalle illecite attività connesse all’esercizio dell’impianto in violazione di legge”.
Prosciolti i politici. Nell’inchiesta erano rientrati anche tutti gli esponenti dell’allora giunta comunale a cominciare dall’ex sindaco Lamberto Marcantonini e dal suo vice Valerio Bazzoffia e gli ex assessori Andrea Castellini, Luca Costantini, Franco Massucci, Rosita Tomassetti e Rossella Lispi. L’accusa contestava loro di aver effettuato delibere di fatto a favore di allevatori e di Codep per il conferimento di reflui anche in violazione della norma o in assenza dei presupposti, in modo da garantire alla cooperativa un illecito profitto. Loro si erano sempre dichiarati innocenti. Il gup Luca Semeraro li ha tutti prosciolti in sede di udienza preliminare.
A processo davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Gaetano Mautone (Noviello, a latere) ci sono i tre tecnici dell’Arpa Susanna D’Amico, Antonio Bagnetti e Claudio Menganna, difesi dagli avvocati Francesco Falcinelli, Franco Libori e Maria Mezzasoma, il presidente di Codep Graziano Siena, i vicepresidenti Giovanni Mattoni e Rinaldo Polidori, i consiglieri Sergio Longetti e Nicola Taglioni, Gianni Berretta, Stefano Zanotti, Massimo Mencarelli, Nicoletta Giammarioli, Renato Mattoni, Giuseppe Mencarelli, Giuseppe Meschini, Giampaolo Proietti, Paolo Schippa e Renato Taglioni. Prossime udienze il 13 e il 27 maggio.