Gli Agenti del Compartimento dell’ Umbria della Polizia Postale e delle Comunicazioni, diretti dal Vice Questore Aggiunto Annalisa Lillini, li hanno notati immediatamente : tre africani ed un perugino che, seduti al tavolo del bar, confabulavano in modo sospetto.
Per evitare di dare nell’occhio gli operatori si sono avvicinati al bancone del bar e, fingendo di non aver notato la scena, hanno ordinato due caffè mentre cercavano di origliare la conversazione intrattenuta dai quattro. Quando dal brusìo del Bar venivano captate le seguenti frasi:”mi raccomando portami tutto accompagnato da marche da bollo e poi al resto ci penso io” è stato effettuato l’intervento che consentiva di identificare i quattro ed accertare i fatti . Uno dei presenti , cittadino nigeriano cui era stato revocato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, aveva avuto una proposta di “assunzione”, tramite un conoscente, di nazionalità camerunense e da tempo residente a Perugia, ed in cambio avrebbe dovuto pagare 1.600 € .
L’assunzione “fittizia” sarebbe stata effettuata dal cittadino italiano presente , un perugino di 57 anni, ed utilizzata per la pratica di regolarizzazione in atto . Gli agenti , dopo aver verbalizzato il contenuto di tali dichiarazioni, hanno denunciato il “datore di lavoro” e “l’intermediario”, in stato di libertà ai sensi dell’ art. 56, 110 c.p. e art. 12 comma 5 D.lvo n. 286/98 e succ.modifiche poiché, in concorso tra loro- secondo quanto diffuso dallla polizia postale- compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a favorire la permanenza sul territorio nazionale del cittadino nigeriano clandestino.
Altre verifiche in corso , la vicenda è stata altresì segnalata agli agenti dell’Ufficio Immigrazione che, nell’ambito dei controlli in atto sulla veridicità delle istanze inoltrate, verificheranno se i due indagati hanno già inoltrato altre richieste di regolarizzazione le cui procedure si sono avviate il 15 settembre scorso.