“Ci sono 100mila persone che nel 2015 non avevano votato e che sono tornate a esprimersi e hanno scelto la Lega e il centrodestra. Si tratta di elettori di centrosinistra che quattro anni fa non avevano voluto confermare il proprio voto e oggi, dopo una tornata elettorale nel ‘limbo’, lo hanno assegnato a Lega e centrodestra”. E’ questo uno dei dati più significativi dell’analisi dei flussi elettorali illustrata stamani a Palazzo Cesaroni dal professor Bruno Bracalente dell’Università di Perugia.
Il confronto con le regionali…
Lo studio, realizzato con la collaborazione di Nicola Falocci e Brunello Castellani del Servizio studi e analisi politiche dell’Assemblea legislativa dell’Umbria e incentrato sulla metodologia statistica messa a punto dal professor Forcina, mostra come dalle precedenti elezioni regionali del 2015 a quelle di domenica scorsa il panorama politico sia cambiato radicalmente: il Pd ha perso 32mila voti, un quarto di quanti ne aveva nel 2015, ed è sceso per la prima volta sotto quota 100mila, proseguendo un andamento negativo che porta la sua quota di consenso dal 35,8 per cento al 22,3. Il Movimento 5 stelle a sua volta ha perso 20mila dei suoi 51mila voti, passando dal 14,6 per cento al 7,4.
Al contrario, nello schieramento di centrodestra la Lega ha triplicato i suoi consensi passando da meno di 50mila a 154mila voti, vale a dire dal 14 per cento al 37. Fratelli d’Italia li ha invece raddoppiati, passando da 22mila a quasi 44mila voti, dal 6,2 per cento al 10,4, divenendo il terzo partito della regione, mentre Forza Italia ha continuato a perdere consensi e con 23mila voti si colloca poco sopra il 5 per cento, meno di quanto ottenuto dalle liste civiche di centrodestra.
… e quello con le europee di maggio
Il confronto con le recenti elezioni europee mostra invece cambiamenti più contenuti, a dimostrazione che lo sconvolgimento politico che ha investito la regione era già avvenuto. Rispetto al voto per le europee la Lega perde poco più di un punto percentuale (era al 38,2 per cento e oggi ha il 37 per cento, ma mentre diminuisce nella provincia di Perugia (dal 38,1 per cento al 35,8) aumenta considerevolmente in provincia di Terni, dove ha superato il 40 per cento. Le novità più rilevanti dell’ultimo scorcio di tempo sono il dimezzamento del consenso dei 5 stelle e il notevole incremento di Fratelli d’Italia, dal 6,6 per cento al 10,4.
I flussi per i principali partiti
Lega
La Lega ha sostanzialmente confermato lo straordinario successo delle Europee di maggio, ma è stata comunque interessata da flussi sia in entrata che in uscita. In entrata soprattutto dal non voto di maggio (12 mila voti; 4.9%), confermandosi l’unico soggetto politico capace, in tempi recenti, di riportare al voto una parte degli astensionisti. E poi dal M5s, a cui ha sottratto oltre l’8% dei propri voti delle ultime Europee, proseguendo una tendenza già ben evidente anche in passate tornate elettorali. Un po’ più consistenti sono tuttavia i flussi in uscita: soprattutto verso FdI, a cui ha ceduto quasi 12 mila voti, e anche verso FI (6 mila in uscita, in parte compensati da 2 mila in entrata) e verso le liste civiche di centrodestra, a cui secondo queste stime ne ha ceduti quasi 7 mila.
Un piccolo flusso si sarebbe diretto anche verso il Pd, mentre gli elettori della Lega si confermano tra i meno tentati dall’astensionismo.
Fratelli d’Italia
Fratelli d’Italia ha confermato gran parte dei propri voti (quasi l’80%) e ne ha acquisiti molti dalla Lega, come già evidenziato, ma alcune migliaia anche dal FI e dal M5S (oltre 2 mila da ognuno), mentre ne ha ceduti praticamente soltanto alle liste civiche di centro destra (circa 3 mila). Subito dopo la Lega, FdI è inoltre il partito che ha meno ceduto voti all’astensionismo, peraltro compensandoli quasi integralmente dal recupero dell’astensionismo precedente.
Forza Italia
Forza Italia ha invece mantenuto meno della metà dei suoi voti delle recenti europee, ne ha acquisiti soltanto dalla Lega e ne ha ceduti a tutti i soggetti politici del centrodestra, in particolare alle liste civiche (il 18.5% dei propri voti) e a FdI; ha ceduto inoltre più di 6 mila voti (oltre il 20%) all’astensionismo. Infine, le Liste civiche hanno acquisito consensi da tutto lo schieramento politico, compreso il Pd, le altre liste di centro sinistra e il M5s, che complessivamente hanno contribuito a formare un terzo del loro consenso; i flussi più consistenti sono tuttavia arrivati dalla Lega e da Forza Italia.
Partito democratico
Il Pd ha mantenuto più del 72% del proprio consenso delle Europee e ha acquisito voti da sinistra (2 mila) e anche dal M5s (a cui non ha ceduto nulla) e dalla stessa Lega (circa 4 mila voti ciascuno); ne ha tuttavia ceduti in misura maggiore, soprattutto all’interno del suo schieramento (oltre 9 mila alle altre liste di centro sinistra, che comprendono la Lista Bianconi), ma in parte anche verso le civiche di centro destra e altre liste, oltre che al non voto a cui ha ceduto quasi 14 mila voti delle Europee (contro meno di 3 mila recuperati dall’astensionismo precedente).
Altre liste di centrosinistra
l consenso delle altre liste di centrosinistra (poco meno di 30 mila voti) proviene quasi interamente dalla sinistra radicale (40% dei loro voti delle Europee, pari a 10 mila voti assoluti; gli altri sono andati in piccola parte al Pd, in parte maggiore ad altre liste – tra cui le tre di matrice comunista – e soprattutto al non voto) e dal Centrosinistra (quasi altri 10 mila dal Pd e 5 mila da Più Europa). In piccola parte hanno acquisito voti anche da M5s e dalle liste minori moderate e di destra. A differenza del ruolo che hanno svolto le liste civiche di centro destra, la Lista Bianconi (che costituisce la quota maggioritaria di questo raggruppamento) secondo queste stime non avrebbe dunque contribuito molto ad ampliare il consenso dell’alleanza civica tra Centrosinistra e M5s.
Il Movimento 5 stelle
Al nuovo dimezzamento, dopo quello delle Europee rispetto alle Politiche del 2018, dei voti del M5S hanno contribuito flussi in uscita verso tutte le direzioni, il più consistente dei quali verso l’astensione: il 20% del consenso ottenuto alle Europee dello scorso maggio, quasi 14mila voti. Per il resto, i flussi in uscita hanno ancora una volta preso prevalentemente la direzione della Lega (5-6 mila voti dalle Europee di maggio), confermando che una parte del suo elettorato considera il M5s un approdo momentaneo. Altri flussi in uscita hanno avvantaggiato le varie formazioni di centrodestra, ma anche il Pd e le altre liste di centrosinistra (quasi 7 mila voti in complesso), il che sta forse ad indicare che la nuova alleanza potrebbe aver convinto a tornare sui propri passi una parte degli elettori che in passato aveva abbandonato il centrosinistra per il M5s.