Deliberata la richiesta di assoggettabilità a VIA del progetto ampliamento Splendorini - Tuttoggi.info

Deliberata la richiesta di assoggettabilità a VIA del progetto ampliamento Splendorini

Davide Baccarini

Deliberata la richiesta di assoggettabilità a VIA del progetto ampliamento Splendorini

Nuovo capitolo per la vicenda delle emissioni odorigene di Calzolaro discussa in Consiglio | Le opinioni di Umbertide Cambia e M5S
Mar, 27/10/2015 - 14:09

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Nel Consiglio comunale umbertidese di ieri (26 ottobre) si è affrontato, come ultimo punto all’ordine del giorno, il progetto di ampliamento dell’attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi presentato dalla ditta Splendorini Molini Ecopartner s.r.l., votando la delibera proposta dalla Giunta per chiedere l’attivazione di una nuova procedura di verifica di assoggettabilità a VIA. (Valutazione Impatto Ambientale).

L’invito alla Regione – Di fronte alla domanda di autorizzazione presentata dall’azienda di aumentare il quantitativo di rifiuti trattati, passando dalle attuali 21.000 tonnellate annue a 60.000 tonnellate annue e, a seguito degli incontri con la popolazione locale, che lamenta lo stato di disagio dovuto alle emissioni odorigene provocate dal ciclo produttivo di recupero dei rifiuti organici, la Giunta comunale, con deliberazione n. 264 del 19 agosto 2015, ha invitato la Regione Umbria a sottoporre tale progetto di ampliamento alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e la Provincia di Perugia a sospendere qualsiasi procedimento autorizzativo in essere, in attesa di conoscere le decisioni della Regione.

La delibera è stata approvata con i voti a favore del Pd e del M5S, mentre i consiglieri di Umbertide Cambia e Umbertide Viva hanno votato contro. La richiesta di assoggettabilità a VIA va nella direzione di garantire e tutelare la salute dei cittadini e di contribuire ad una migliore qualità della vita della popolazione e, come spiegato dall’Amministrazione, non deve essere intesa come elemento di ostruzione all’attività imprenditoriale ma come strumento costruttivo finalizzato ad una migliore integrazione tra comunità locale e attività presenti sul territorio. L’esclusione della valutazione di impatto ambientale del progetto, stabilita con Determinazione dirigenziale n. 5237 del 23 luglio 2015 del competente servizio regionale, non ha consentito ad oggi di valutare i reali effetti dell’aumento dei quantitativi dei rifiuti trattati e non ha preso in considerazione l’analisi degli impatti cumulativi, comprensivi anche del previsto incremento del transito veicolare.

L’opinione di Umbertide Cambia – A votare contro la suddetta delibera, come detto, è stata Umbertide cambia, secondo la quale “aumentare la capacità dell’azienda, in un contesto di responsabilità sociale, non sarebbe la strada giusta per tutelare in maniera equilibrata il diritto dei cittadini di Calzolaro ad una buona qualità della vita”. Il movimento civico, infatti, ha proposto una strada diversa, e cioè negoziare con l’azienda stessa l’applicazione di misure tecniche che limitino al massimo la diffusione di odori non tollerabili, fino a pensare, se realizzabile, ad una delocalizzazione, prevedendo da subito un sistema di controllo costante delle emissioni.

Poiché, inoltre, la normativa in materia ambientale non consente ai Comuni di agire direttamente sul piano autorizzatorio, sostiene Umbertide Cambia, “occorre ragionare in una logica politica e territoriale, tenendo conto dei vari aspetti che intervengono nelle diverse situazioni specifiche“. D’altra parte, nel caso in esame, secondo la Regione, competente in materia, non ci sarebbero elementi impeditivi sotto il profilo dell’impatto ambientale, secondo il Comune non ci sarebbero problemi dal punto di vista urbanistico. La stessa Giunta, in data 3 ottobre, aveva formalizzato alla Regione la richiesta di nuova assoggettabilità a VIA. Dunque non resta che attendere la risposta della Regione e verificare lo studio, prescritto da quest’ultima all’azienda, in cui debbono essere previste misure olfattometriche alle sorgenti ed ai ricettori. Parallelamente occorre allargare la valutazione ambientale alla più ambia situazione del territorio, dove esiste anche l’impianto di biogas a Bonsciano (Comune di Città di Castello), analizzando il cosiddetto impatto cumulativo che riguarda anche il notevole traffico veicolare della zona.

Per quanto sotto questo profilo i Comuni interessati siano in grave ritardo, è necessario continuare a cercare una sintesi in un contesto concertativo, all’interno della Conferenza di Servizio, dove oltre alle Amministrazioni pubbliche debbono essere rappresentati tutti i soggetti portatori di interessi, quindi anche gli abitanti del territorio di Umbertide e Castello. Se poi ci fossero condizioni che oggettivamente rilevino un profilo di illegittimità e chi ha la responsabilità (Regione e Provincia), non dovesse intervenire, la strada da percorrere non è quella amministrativa, ma quella legale”.

L’opinione del M5S – Il Movimento 5 Stelle ha invece votato a favore della sopracitata delibera “perché non è possibile che in nome del progresso e dell’interesse di pochi si possa creare un disagio alla collettività”. Il M5S tiene a precisare che non ha nulla contro la ditta Splendorini ma ad essa consiglierebbe una delocalizzazione in aperta campagna “dove non può arrecare problemi a nessuno”. La gente di Calzolaro, infatti, per i pentastellati, “deve avere lo stesso diritto di tutte le altre persone del Comune di poter respirare aria pulita, di poter godere delle fresche sere d’estate, di non preoccuparsi per la propria salute e di non vedersi svalutare di anno in anno le proprie case e le proprie attività”.

Nonostante il voto a favore della delibera il M5S non crede che questa possa comunque ottenere alcun risultato: “la delibera resterà inascoltata o, nella migliore delle ipotesi, si riaprirebbe una VIA che porterebbe solo a poche nuove prescrizioni, che non cambieranno nulla”.

L’unica soluzione è la delocalizzazione, e se questa non avverrà e se ci fossero ancora emissioni odorigene in paese, è necessaria una diffida da parte del Comune, che intimi di porre in atto ogni azione per eliminare i cattivi odori provenienti dall’impianto. Nel caso in cui i cattivi odori persistessero il Comune dovrebbe emettere un’ordinanza di sospensione dell’attività o dovrebbe intraprendere un’azione legale per chiedere la chiusura dell’impianto.

La stessa Corte di Cassazione si sarebbe più volte espressa in merito a tale situazione sentenziando che, non essendoci una legge che regola le emissioni odorigene, deve essere applicato il criterio della normale tollerabilità. Quindi, per stabilire l’entità delle emissioni, il mezzo per decidere se queste sono tollerabili o meno, sono i cittadini che la subiscono e, ovviamente, la testimonianza diretta delle persone a conoscenza dei fatti, che hanno constatato, con la propria esperienza olfattiva, l’insopportabilità degli olezzi. “Il sindaco Locchi – conclude il M5S – ha nel suo cassetto una petizione dove alcune centinaia di persone, praticamente l’intera frazione, dichiarano queste cose. Insomma si vorrebbe un’Amministrazione al servizio dei cittadini, in questo caso dalla parte dei cittadini di Calzolaro“.

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