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De Gregori: “Foligno è il mio acquario”

La città della Quintana continua ad esercitare un certo fascino su personaggi di primo piano del mondo dello spettacolo e della cultura: chi arriva sulle rive del Topino in occasione dei grandi eventi cittadini, resta affascinato dalla bellezza di un centro storico tornato agli antichi splendori e dalla suggestione di un territorio spesso non adeguatamente valorizzato.

Niente colpo di fulmine invece, ma una passione cresciuta costantemente giorno dopo giorno, quella tra Foligno ed uno dei big indiscussi della canzone italiana ed internazionale, Francesco De Gregori.

Una vera e propria dichiarazione d’amore, quella svelata da lui stesso in un’intervista rilasciata nel primo numero del magazine ‘E’venti’. Ve la riproponiamo oggi, a poche ore dal concerto in programma per mercoledì 18 al Palasport ‘Paternesi’ di Foligno.

Si scopre così come e dove è nato il suo rapporto con il ‘centro del mondo’. Un legame che è sorto nei primi anni ’80 niente di meno che tra gli scaffali della storica libreria Carnevali, considerata dallo stesso De Gregori come l’ombelico della città.

Tra quei locali traboccanti di migliaia di libri e volumi, il cantante, come egli stesso ricorda, passava ore ed indisturbato a chiacchierare un po’ di tutto con il signor Giovanni e, sottolinea, ad assorbire cultura.

‘Spesso la mattina presto vengo semplicemente a prendermi un caffè – ha dichiarato al magazine E’venti – e posso fare tranquillamente una passeggiata senza sentirmi un pesce fuor d’acqua. Ecco – commenta De Gregori – penso proprio che Foligno sia un po’ il mio acquario’. Secondo l’artista, l’Umbria e Foligno infatti, conservano e lasciano percepire ‘una educazione non formale ma nobile, dove sopravvivono ancora la semplicità ed il rispetto della gente, senza sovrastrutture’.

Il cantante non è solito rilasciare interviste, né tantomeno parlare della sua vita privata: il fatto che abbia accettato con piacere di parlare del suo amore per questa terra e per Foligno in particolare, è certamente motivo d’orgoglio per l’intera città, ed anche un modo per riscattarsi da tanti, troppi anni, di scarsa promozione.