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De Filis di Terni a bordo della Nave della Legalità diretta a Palermo

Il giorno 22 maggio 2018 quattro ragazzi della classe III A secondaria di primo grado dell’I. C. “De Filis” Terni, Valerio Ascani, Chiara Di Palma, Giordano Marini e Sara Marini, accompagnati dalla prof. Conchiglia e dalla prof. Tarquini, sono salpati dal porto di Civitavecchia a bordo della Nave della Legalità, destinazione Palermo.

La partenza è stata preceduta da una conferenza tenuta da diversi ministri ed autorità, tra cui il presidente della Repubblica Mattarella. Il tema di quest’anno era “Angeli Custodi: esempio del coraggio”, ossia gli uomini e le donne delle scorte uccisi dalla mafia.

In nave si è tenuta una discussione a cui hanno partecipato i parenti delle vittime, la ministra dell’istruzione Fedeli e l’ex presidente del Senato Pietro Grasso, che ha collaborato con i magistrati Falcone e Borsellino nel grande pool antimafia. Una volta giunti a Palermo i partecipanti si sono divisi in due gruppi: uno si è recato all’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone, dove è avvenuto il maxi processo che ha portato all’arresto di diversi capi mafiosi, mentre l’altro si è diretto a Piazza Magione, il quartiere dove sono cresciuti Borsellino e Falcone. Nel pomeriggio i due gruppi si sono riuniti con i ragazzi di Palermo in un corteo diretto all’Albero Falcone.

“Con quest’uscita noi ragazzi, che non viviamo in modo diretto la mafia, abbiamo capito quanto sia importante per chi la sperimenta quotidianamente sentire la vicinanza e la solidarietà di tutta l’Italia. Abbiamo compreso che noi siamo il futuro ed abbiamo speranza di cambiare il mondo e di migliorare la società” – hanno commentato gli alunni S. Marini e V. Ascani, stessa emozione per G. Marini: “Ci siamo sentiti parte di un gruppo e, nonostante gli argomenti trattati fossero delicati, l’atmosfera è stata allegra e all’insegna della legalità e della solidarietà” – e C. Di Palma: “È stata un’esperienza emozionante vedere tutte le regioni italiane coinvolte nel corteo che attraversava Palermo dall’albero di Borsellino a quello di Falcone”.