Spoleto

De Augustinis solo su Ospedale | Prg, arma finale per la poltrona

Il Sindaco De Augustinis solo sul tema dell’Ospedale contrario a convocare in audizione l’assessore regionale Coletto; i fedelissimi che usano il Prg quale arma finale per rimanere attaccati alla poltrona ed evitare la sfiducia. E prolungare la lenta agonia.

E’ sempre più desolante la crisi politica che attanaglia Spoleto, tra la quasi totalità delle forze politiche che chiedono di voltar pagina e un manipolo di fedeli alla Giunta che, al limite della disperazione, sembra tentarle tutte pur di continuare la legislatura, alias rimanere incollato alla poltrona.

Spingendosi anche a ‘ricattare’ l’istituzione più importante della città, il Consiglio comunale, situazione che non ha precedenti nella storia democratica di Spoleto.

Anzi uno ce n’è, risale al 2013 durante la Giunta Benedetti, quando un alto funzionario del Mibact minacciò l’assise di tagliare i fondi al Festival se l’assemblea avesse continuato a criticare e a ‘ficcare il naso’ nella gestione dell’allora d.a. Giorgio Ferrara. Ma andiamo con ordine partendo proprio dalla gestione della crisi sull’ospedale.

Ospedale, perché De Augustinis non vuole confronto con Coletto?

L’assemblea di giovedì scorso, quella dedicata (finalmente) alla discussione delle mozioni ferme da due anni, ha visto il primo cittadino rimanere solo davanti alla richiesta di convocare in seduta aperta l’assessore regionale Luca Coletto.

Il Consiglio già dal 2019 aveva dato mandato al sindaco di seguire attentamente le vicende dell’ospedale e a maggio 2020, durante la prima ondata pandemica, aveva votato all’unanimità la convocazione di Coletto visto che “gli enormi cambiamenti ospedalieri potrebbero interessare anche l’ospedale di Spoleto (allora ospedale covid free, n.d.r.) e variare le sue caratteristiche…”: una sorta di profezia verificatasi a ottobre quando il nosocomio è stato indicato temporaneamente quale punto di riferimento regionale per la cura dei pazienti covid.

Il sindaco De Augustinis

Per De Augustinis quella mozione “è superata”, per il Consiglio invece è di estrema attualità, anche per capire il futuro del San Matteo degli Infermi.

Il sindaco, che come sempre avviene ha votato per primo, ha espresso voto contrario e chi pensava che quella preferenza fosse una indicazione per l’ormai esigua maggioranza (9 su 25), è rimasto con un palmo di naso. Tra i 14 voti favorevoli, infatti, si contano anche quelli dei fedelissimi come Cretoni, Militoni, Ranucci e Ugolini (assenti Fagotto, Pompili, Montesi). Nessuno voto contrario. Unico astenuto il capogruppo della lista civica del sindaco (Laboratorio), Mario Mancini: pur ricordando in ogni occasione i suoi quotidiani contatti con la governance della sanità, ha preferito non schierarsi di fronte ad un confronto con Coletto.

Misteri della politica, o meglio di chi vuol fare politica. Resta un mistero la contrarietà del primo cittadino che a questo punto sembra non voler perseguire la via della politica per la difesa dell’ospedale in attesa probabilmente della sentenza del Tar dell’Umbria al quale si è rivolto per impugnare l’ordinanza regionale di ottobre scorso.

Il mandato votato dal parlamento cittadino è comunque chiaro e al presidente del consiglio Sandro Cretoni non resta che convocare urgentemente l’assessore regionale.

La sfiducia ormai certa

E’ in un contesto simile che prende ancor più forza la mozione di sfiducia votata dai 10 consiglieri (Di Cintio, Polinori e Santirosi di Fd’I, Fedeli, Loretoni e Proietti della Lega, Morelli di FI, Frascarelli di Spoleto popolare, Profili e Settimi di Alleanza civica) e sulla quale si attende la decisione del Partito democratico, deciso a “voltar pagina” ma probabilmente con tempi diversi da quelli dei firmatari.

Stefan Lisci, capogruppo Pd

Il capogruppo Lisci ha avviato le consultazioni con i referenti regionali e intende coinvolgere nella decisione sia i 5 circoli cittadini, sia la base (200 iscritti).

Questione che potrebbe però richiedere del tempo ma che potrebbe anche combaciare con l’approvazione del bilancio (entro il 31 marzo prossimo) che ben difficilmente verrebbe a questo punto approvato.

Sul tavolo resta la mozione di sfiducia che Cretoni, volente o nolente, dovrà calendarizzare entro il 14 febbraio prossimo. I dem hanno quindi ancora 20 giorni per decidere se sostenerla in aula o astenersi dal voto lasciando ancora in vita la Giunta.

Prg, l’arma finale per rimanere in sella

E’ in questo scenario che i filogovernativi, con le ore contate, si giocano il tutto per tutto utilizzando la questione dell’approvazione del Piano regolatore generale.

Tuttoggi aveva già parlato dello ‘sgambetto’ del presidente Cretoni che, a dispetto della capigruppo che aveva fissato per il 25 gennaio la discussione del Prg, aveva invece omesso la convocazione dell’assise.

Di ieri le dichiarazioni ai giornali locali dello stesso Cretoni e dell’assessore Flavoni (due dei 6 espulsi dalla Lega) che sono risultate sinistre, sollevando feroci critiche dei diversi gruppi.

L’assessore Flavoni tenta l’arma finale

Al Corriere dell’Umbria, intervistato da Chiara Fabrizi, Flavoni ha detto che “prima di convocare il consiglio sul Prg va votata la mozione di sfiducia e poi, se ci saranno le condizioni, porteremo in aula il Prg”.

Mentre su Il Messaggero Ilaria Bosi riporta la dichiarazione raccolta da Cretoni: “quella del Prg è partita troppo importante e non possiamo correre il rischio che venga strumentalizzata per protesta o altro, interessa da vicino 6/700 famiglie ed è per questo che in conferenza capigruppo che convocherò la prossima settimana dovranno fornire garanzie sull’approvazione”.

Frasi pesanti, al limite del ricatto, nei confronti del parlamento cittadino. Il Prg sembra quasi come come il pallone di Francesco Nuti nel film Caruso Pascoski quando l’arbitro lo espelle dal campo: “il pallone è mio, se non mi lasciano giocare lo porto via…”.

Peccato che il Prg, sul quale ogni Giunta ha una propria visione, non è ‘cosa’ del singolo amministratore, che quello in approvazione risente molto delle decisioni compiute dalla precedente amministrazione Cardarelli ma soprattutto che, cosi dicendo, venga svilito il lavoro degli uffici tecnici comunali, gli unici che ci hanno lavorato a tempo pieno.

Il sospetto che i fedelissimi di De Augustinis lo usino come leva sta anche nei rarefatti tempi con cui è stata gestita l’approvazione.

L’attacco: “imbarazzanti”, “vergognosi”

Sulle dichiarazioni dei due politici si sono riversate le critiche di molti consiglieri che comunque confermano, almeno la maggior parte di loro, la volontà di approvare il documento urbanistico. Una volontà sufficiente a raggiungere la quota minima di voti per l’approvazione.

Così il gruppo consigliare di Fratelli d’Italia: “Le dichiarazioni rese a mezzo stampa da parte del Presidente del consiglio comunale di Spoleto Sandro Cretoni e dall’assessore all ‘urbanistica Francesco Flavoni sono davvero imbarazzanti e confermano l’inadeguatezza dell’amministrazione De Augustinis. Non accettiamo lezioni ne tanto meno strumentalizzazioni su temi strategici che rappresentano una importante opportunità per l’economia cittadina in un momento dove molte attività segnano il passo a causa della crisi pandemica. Spoleto lo attende ormai da troppi anni e non si può giocare su questo documento tenendolo nel cassetto pronto già da diverse settimane per vivacchiare attaccati alla poltrona di una amministrazione dimostratasi fallimentare.

Stefano Polinori, capogruppo Fd’I

Siamo stufi di questi atteggiamenti, stufi di leggere sulla stampa proclami di questo o quel progetto che non trova riscontro nella realtà e neanche negli uffici comunali. Abbiamo garantito durante il Consiglio Comunale, “organo supremo del comune”, la nostra disponibilità a votare favorevolmente il PRG sempre per la responsabilità di amministratori che ha contraddistinto il nostro percorso in questi 2 anni e mezzo, come quando con la nostra astensione abbiamo di fatto permesso al bilancio comunale di essere approvato visto che i voti favorevoli sono stati “solo 9”. Il Presidente del consiglio comunale piuttosto che piangere sul latte versato e cambiare le carte in tavola rientri nel suo ruolo istituzionale che gli impone una imparzialità spesso disattesa e convochi al più presto la Conferenza dei capigruppo per calendarizzare il Consiglio comunale per il PRG come era già stato stabilito e che non può più attendere ed essere utilizzato per screditare l’opposizione e mantenere in vita una maggioranza che di fatto non esiste e di questo prenderne atto e trarre le dovute conclusioni lasciando ai cittadini la facoltà di scegliere con il voto una nuova amministrazione per la propria città” scrivono Di Cintio, Polinori e Santirosi.

Riccardo Fedeli, commissario della Lega

Dello stesso tono la nota dei 3 consiglieri della Lega avversi alla Giunta (Fedeli, Loretoni e Proietti): “L’atteggiamento dell’assessore Flavoni è inaccettabile. Non si può usare il Prg per strumentalizzare politicamente il consiglio comunale e la città di Spoleto. Chi sostiene di avere a cuore gli interessi della città, dovrebbe operare per il bene dei suoi concittadini e non in questo modo. È da tempo che la giunta avrebbe potuto portarlo in consiglio ma hanno deciso, in modo unilaterale, di non farlo, perché hanno sempre utilizzato questa arma come misura di sussistenza politica. Noi della Lega, nell’interesse della collettività, li sollecitiamo affinché questo avvenga”.

Dunque la ‘maggioranza’ di Cretoni (9) può contare già su 6 voti a favore.

Pesantissimo il giudizio dei consiglieri di Spoleto popolare e Alleanza civica che sul voto non si sbilanciano, rimandando alla discussione in aula: “Le dichiarazioni rilasciate oggi dall’assessore Flavoni e dal Presidente Cretoni sono semplicemente vergognose. Come può l’assessore Flavoni dettare l’agenda dei lavori del Consiglio comunale, abbia la decenza ed il rispetto istituzionale nei confronti di chi è stato eletto dai cittadini. Piuttosto magari spieghi ai cittadini come mai la delibera per il Consiglio, che era pronta dai primi di novembre, in realtà è stata approvata in Giunta solo a fine dicembre, e portata in commissione solo a metà gennaio. Se aveva tanto a cuore questa pratica, perché si è perso tutto questo tempo? Forse il sindaco non voleva esaminare la delibera del PRG? Ora veniamo a Cretoni, non nuovo a cadute di stile indegne per il ruolo che rappresenta, come quando offese i Consiglieri comunali, definendoli ” idioti”, che pretende garanzie sull’espressione di voto sulla pratica per il PRG. Questa subdolo ricatto è inaccettabile, e irrispettoso per le più elementari regole democratiche. Infine non possiamo non stigmatizzare che solo oggi si accorgano che esiste un problema di numeri per la tenuta della maggioranza. Non si sono accorti che il bilancio a novembre è stato approvato con soli 8 voti, meno di un terzo di quelli disponibili? Un’amministrazione normale già allora avrebbe tratto le dovute conclusioni”.

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