Ddl Zan ancora in consiglio. A dividere il patrocinio concesso dal Comune all’incontro svolto a Palazzo Trinci dalle associazioni Pro life del Family Day, attenzionato dalla minoranza.
La stigmatizzazione è arrivata dal consigliere della Lega Mauro Malaridotto: “Ho ricordato la nota della segreteria di Stato del Vaticano, che ha espresso contrarietà all’approvazione del Ddl Zan, ritenendo che lo stesso violerebbe gli accordi del concordato tra Stato e Chiesa. Nel comunicato infatti si asserisce che i contenuti della proposta legislativa, in esame al Senato, riducono le libertà garantite alla Chiesa cattolica, libertà di
organizzazione, di culto e di esercizio del magistero“.
E sul patrocinio: “è già in crisi la libertà di espressione, alcuni si arrogano il diritto di decidere cosa è buono e cosa no. Senza dimenticare, alcuni hanno la memoria corta, che negli ultimi anni il Comune ha sempre fornito spazi e visibilità a tutte le varie associazioni LGBT, con la bandiera arcobaleno che ha sventolato per anni dalla finestra del sindaco Mismetti. Ringraziamo pertanto la nota ufficiale della Segreteria di Stato Vaticana che conferma l’oggettività dei rischi per la chiesa che per la società civile tutta“.
“Abbiamo sempre contestato il fatto che il Ddl fosse un bavaglio nei confronti della libertà di opinione e abbiamo ottenuto un ulteriore parere confermativo. È compito della politica e di ogni cittadino lottare contro ogni tipo di discriminazione, di abuso e di violenza, ma altra cosa è approvare un Ddl che apre all’utero in affitto, alle adozioni omosessuali, ai reati di opinione. Se c’è la volontà di ragionare insieme su un testo alternativo che non intacchi questi principi, la Lega è disponibile a sedersi al tavolo della trattativa. I problemi che oggi affliggono la Nazione e i comuni d’Italia non sono le discriminazioni omosessuali, ma i femminicidi sempre più nei servizi di cronaca nera e nei casi dove l’immigrazione incontrollata senza integrazione genera episodi come quello della ragazza Pakistana, Saman, a quanto pare uccisa dallo zio con la complicità dei genitori e dei parenti, in totale disprezzo della sacralità della vita e in barba alle norme e leggi nazionali”.