Non solo Pillon, anche Bassetti ammonisce: serve dialogo | Stoccate tra Pd e Italia Viva | Per sabato a Perugia presidio di protesta
Ddl Zan affossato in Senato, chi esulta e chi recrimina, anche a Perugia. Non solo il senatore Pillon, che contro il disegno di legge contro l’omotransfobia (così viene indicato molto sinteticamente) nelle scorse settimane si era scontrato con personaggi famosi, non solo della politica, come il cantante Fedez. “L’abbiamo scampata davvero bella” rincara Pillon all’indomani del voto al Senato. “L’omofobia – attacca l’esponente leghista – si sarebbe trasformata da insulto a reato, con cui mettere a processo chiunque non la pensasse esattamente come Cirinnà, Boldrini, Zan e soci in materia di politica, religione, educazione e perfino grammatica e biologia“.
Bassetti (Cei): serve dialogo
Anche il cardinale Gualtiero Bassetti, in qualità di presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), dopo la bocciatura in Senato ha diramato una nota in cui ribadisce che su questo tema si apra un dialogo “aperto e non pregiudiziale“.
La Presidenza della CEI aveva espresso perplessità sul testo con due note, diffuse il 10 giugno 2020 e il 28 aprile 2021. Testi, peraltro – ricorda la Cei – condivisi da tante voci di diversa sensibilità. In modo particolare, la controversa nozione di identità di genere poneva e pone tuttora una questione etica e culturale seria che non può risolversi in banalizzazioni ideologiche.
“Il voto del Senato – sottolinea ancora bassetti – offre un’ulteriore considerazione nel segno del concetto stesso di democrazia: una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza. Tra l’approvazione di una normativa ambigua e la possibilità di una riflessione diretta a un confronto franco, la Chiesa sarà sempre a fianco del dialogo e della costruzione di un diritto che garantisca ogni cittadino nell’obiettivo del rispetto reciproco”.
Lo scontro a sinistra
“Vergogna” è il commento disgustato della capogruppo dem a Perugia, Sarah Bistocchi. “La destra italiana – accusa – si conferma omofoba, arretrata, fuori dalla storia. In una parola: la destra peggiore d’Europa. Tra imbarazzanti tifi da stadio e sceneggiate squallide di festeggiamento“.
Il segretario umbro del Pd, Tommaso Bori, parla di vigliaccata e mette nel mirino Matteo Renzi: “Profonda vergogna per chi, esattamente come gli omofobi, ha deciso di agire nell’ombra in un’aula istituzionale. Legittimando, ancora una volta, l’odio, la discriminazione e la violenza“.
Accuse che Italia Viva respinge al mittente. “È ovvio – scrive Emanuela Mori – che il No di Pd e M5S al rinvio del voto segreto su #ddlZan significava che la mediazione che voleva fare Letta era solo uno spot. La difesa dei diritti si fa con le leggi, non si fa con la propaganda in Tv, ma con la fatica del compromesso, del confronto con tutti i gruppi parlamentari. I disegni di legge si presentano, ma poi bisogna fare di tutto per approvarli!”.
E anche l’ex governatrice umbra Catiuscia Marini interviene sul tema dei diritti civili, a cui ha prestato tradizionalmente molta attenzione anche durante i suoi mandati: “Improvvisamente si scopre che forse nel PD non tutti la pensavano allo stesso modo sul DDL Zan così come accadeva già nell’Ulivo!“.
Omphalos prepara il presidio di protesta
E intanto Omphalos e altre organizzazioni preparano una manifestazione di protesta per sabato 30 ottobre alle ore 19 a Perugia in Piazza IV Novembre. Presidio a cui hanno già aderito decine di organizzazioni da tutta la regione. Da ARCI a CGIL, dalle organizzazioni studentesche (UDU, Rete degli Studenti) alle associazioni come Emergency, fino ai partiti politici che hanno sostenuto il disegno di legge in parlamento e fuori.
“Senza neanche metterci la faccia – dichiara il presidente di Omphalos, Stefano Bucaioni – senatori e senatrici tramite voto segreto e urla da stadio hanno affossato un disegno di legge il cui unico obiettivo era quello di tutelare le persone dall’odio e dalla violenza. L’Italia non si merita tutto questo, le persone gay, lesbiche, bisessuali, trans, intersex, le donne, le persone con disabilità, non si meritano tutto questo“.