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DANTE ANDREA ROSSI (PD) “A SPOLETO CI SARÀ UN RINNOVAMENTO FORTE. DISPOSTI AD ANDARE FINO IN FONDO”

di Carlo Ceraso

Sa di giocarsi molto nella difficile partita di guidare la nascita del Partito Democratico di Spoleto. In ballo ne va la sua stessa passione per la politica, quella che lo portò ad immergersi nel progetto dell’Ulivo, “ma anche” (anticipando così il noto motto veltroniano) ad abbandonarlo qualche anno più tardi quando le condizioni di quell’annunciato cambiamento parvero esser definitivamente tramontate. L’avvio del PD lo ha nuovamente convinto a gettarsi nella mischia. Così Dante Andrea Rossi ha deciso di rimettersi in gioco ed ha vinto, forte di una elezione che ha registrato l’unanimità dei votanti. Su di lui sono pronti a scommettere anche i potenti dirigenti perugini di Margherita e Diesse. Ieri ha festeggiato il suo primo mesiversario da coordinatore del piddì, anche se di spengere e candeline non sembra abbia avuto tanta voglia. Di problemi ce ne sono abbastanza e gestire un Partito di queste proporzioni e interessi non è affatto facile. Senza considerare che la segreteria diessina esce da un decennio travagliato, fatto di complotti, commissariamenti, cambi improvvisi di segretari. A lui dunque l’arduo compito di dar luce al Partito che dice di voler riformulare le regole del gioco. Sganciandosi dalla sinistra radicale una volta per tutte. Insomma una sorta di Dichiarazione di Indipendenza che gli americani festeggiano il 4 luglio, lo stesso giorno in cui Dante Andrea festeggia il proprio compleanno (è nato nel 1972). 36 anni non ancora compiuti, un impiego alla Provincia, il diploma di maturità classica in tasca e la laurea che attende solo di registrare l’ultimo esame di procedura civile. La tesi è già pronta, guarda caso, in “diritto regionale”.

E´ stato difficile avviare il Pd a Spoleto? “Difficile forse, impegnativo sicuramente si” risponde Dante Andrea Rossi “Rispetto ad altre realtà regionali abbiamo avuto la capacità di costruire un percorso unitario, tenendo insieme le molte ‘energie’ presenti nei Diesse e nella Margherita. Siamo inoltre riusciti a coivolgere molti cittadini, sopratutto donne, uomini e tanti giovani che per la prima volta aderiscono ad un partito. L´obiettivo era e rimane quello di rendere davvero partecipe dei percorsi decisionali l'iscritto e il simpatizzante, di interessarlo attivamente alle tematiche riguardanti la propria città. Mi pare che questo intento, che è alla base di questo nuovo Partito, sia stato largamente recepito e sostenuto”.

Non le pare un po´ eccessiva tutta questa partecipazione nei vari organismi? “No, anzi, credo che più è ampia la partecipazione, maggiore è la condivisione che si può ottenere nelle scelte. Avere organismi così partecipati porta ad avere un' ampia consapevolezza delle problematiche della propria comunità e una maggiore ricchezza nei contributi e nelle proposte. Basta con decisioni prese da pochi, devono essere create le condizioni per cui chiunque lo voglia possa essere messo nelle condizioni di esprimersi; ben vengano, in tal senso, nuovi input per aprire sempre più la vita del partito alla società.

Questa era l´idea di Walter Veltroni e questo è uno dei motivi per cui state costruendo il PD.

Ma questo sistema di `governo orizzontale´ non rischia di far venire meno, se non le gerarchie di partito, lo stesso potere discrezionale? “E´ proprio quello che vogliamo, non è un caso che non c´è più un segretario ma un coordinatore. Io sono il coordinatore per Spoleto, nel senso che a me è

stato affidato dalla base il compito di coinvolgere, amalgamare e coordinare appunto tutte le decisioni e le attività. Ed è quello che intendo fare”.

Si sente dunque più libero di decidere da coordinatore? “Guardi, se mi sono reso disponibile per questo ruolo è proprio perchè dovrò coordinare e non `comandare’ e perchè intorno alla mia figura c’era la possibilità di trovare unitarietà . Ho sempre creduto in un modo di lavorare collettivo e non è forse un caso che, nel segreto dell´urna, tutti e 115 i delegati lo abbiano riconosciuto, votandomi. Mi sono avvicinato alla politica quando in Italia nasceva l´Ulivo, per poi allontanarmi in una fase dove non mi sembrava che potessero esserci le condizioni per un reale cambiamento. Oggi le vedo, le sentiamo tutti e mi sembrava giusto dare un contributo, assumendomi delle responsabilità in una fase sicuramente complessa”.

Ormai le liste sono chiuse. Ma non c´era proprio spazio per la candidatura di uno spoletino o spoletina? ” Tempo per attuare le primarie non c'era – risponde il coordinatore del PD – ma non per questo il nostro comprensorio si sente penalizzato. Le candidature di Marina Sereni e Giampiero Bocci ci rappresentano in maniera piena; in questi anni hanno dimostrato di essere concretamente vicino alla nostra città. Inoltre nelle liste del P.D. ci sono altri autorevoli candidati che hanno dimostrato di essere vicini alla nostra comunità”.

Guardando al futuro, cosa la spaventa di più? “L´ingovernabilità del Paese, la frammentazione del quadro politico, il precariato, la sofferenza e le difficoltà quotidiane di ampie fasce della società. Abbiamo bisogno di una modernizzazione dove ci sia inclusione, solidarietà, giustizia sociale e meno egoismo. Sono solo alcuni dei temi che speriamo possano essere affrontati dal prossimo Governo del Paese. Io sono convinto che Walter Veltroni ha le carte in regola per poterlo fare, per guidare l´Italia verso un futuro più tranquillo e giusto, al passo con i tempi e all’altezza delle sfide del mondo di oggi.”.

E se non sarà lui? “Credo che ciò non accadrà, ma in tal caso spero che l’interesse generale possa essere al centro dell’azione del futuro governo e che l’agire “per” possa prevalere sull’agire “contro””

Torniamo alle questioni locali. Non siete un po´ in ritardo con la costituzione del gruppo consigliare “è solo questione di giorni – dice Rossi – purtroppo i lavori del consiglio comunale e alcuni problemi tecnici non ci hanno permesso di chiudere il cerchio. Ma, ripeto, è solo questione di giorni”

Sembra che i bilanci del nuovo partito siano in ordine ma che non vi siano molti soldi in cassa. Come pensa di sostenere il partito? “Come sempre, con il contributo dei nostri aderenti e quello degli amministratori ai vari livelli”.

In quale misura? “Fra il 15 e il 20%, dipende dall´emolumento percepito. Più è alto, maggiore sarà il contributo”

Aver creato una Fondazione dove transitare i beni immobili è da intendersi come un atto di poca fiducia nei confronti della Margherita? “Assolutamente no – replica Rossi – quella operazione era necessaria per tutelare un patrimonio immobiliare che sarà in gran parte messo a disposizione gratuita del Pd”.

Veltroni ha disegnato le regole per il buon governo, a cominciare dal rinnovamento della politica. Non se la prenda, ma le sembra possibile attuarlo anche a Spoleto? “Sì, ci siamo riusciti a livello nazionale con personaggi di spicco, figurarsi se non sarà possibile qui a livello locale. Basta con gli stessi personaggi che da 20, 30 anni sono sugli stessi scranni, nelle stanze del cosidetto potere. L´impegno politico deve essere vissuto come una esperienza della propria vita,

con spirito di servizio. Su questo siamo decisi ad andare fino in fondo e il nuovo Statuto del P.D. in tal senso, ci sarà sicuramente di aiuto”.

La seconda parte dell´intervista al coordinatore del Pd Dante Andrea Rossi sarà on line domani alle 9,00