Il prolifera dei cinghiali in Umbria non è frutto del caso, ma “di leggerezza, comportamenti irresponsabili e disattenzioni ai vari livelli”. L’assessore regionale Morroni, rispondendo al question time all’istanza del consigliere Bettarelli (che aveva portato in aula il caso delle 28 squadre di cacciatori cinghialisti che protestano per l’ulteriore quota dei danni loro richiesti) punta l’indice contro il modo in cui sono state finora gestite le azioni di contenimento dei cinghiali. “A questo stato di cose l’esecutivo ha detto basta” ha proseguito Morroni, spiegando come cambierà il meccanismo dal 2021.
Bettarelli aveva chiesto una soluzione tampone in attesa della riforma: “I danni vanno pagati – ha sottolineato Bettarelli –, ma oggi servirebbe una soluzione tampone, visto che dal prossimo anno l’assessore ha già predisposto un piano serio. Con l’introduzione delle regole della
zona arancione per l’Umbria ci saranno inoltre nuovi limiti, come il
divieto di spostarsi da un comune all’altro e molte squadre saranno
impossibilitate a fare le battute perché non raggiungeranno il numero minimo di cacciatori per fare una squadra, quindi gli ungulati continueranno ad arrecare danni. Dato il momento – ha concluso – servono soluzioni straordinarie”.
L’assessore Morroni ha spiegato che il caso delle 28 squadre (alcune delle quali hanno fatto rientrare la loro protesta) ha fornito l’occasione per una riflessione sulla gestione dei cinghiali. Avviando un’interlocuzione con le associazioni venatorie e gli Atc. Riconoscendo l’inadeguatezza del Piano del 1994, ma anche la necessità di cambiare un sistema che non ha evidentemente funzionato.
“Nell’interlocuzione svolta con le associazioni venatorie e gli Atc – ha detto Morroni – è stata messa a punto una proposta che testimonia l’impegno politico sulla questione del risarcimento danni e con il 2021 entrano in vigore delle novità che attengono alla rimodulazione della distribuzione delle risorse ottenute con la tassa, che dà il 23 per cento per il risarcimento danni e il 29 per cento dell’introito agli Atc, che quindi incamerano il 52 per cento della tassa. Poi c’è il 33 per cento incamerato dalla regione e il 12 per
cento destinato ad attività della regione e dell’Osservatorio faunistico.
Dal 2021 la quota per gli Atc passerà al 54 per cento totale e sarà loro
responsabilità gestirla e distribuirla per i danni all’agricoltura”.
“È importante – ha proseguito Morroni – il principio di responsabilità a cui non possono sottrarsi le squadre di cinghialisti perché c’è una stretta correlazione fra abbattimenti e entità dei danni, più ci si allontana dalle previsioni e più diventa necessaria un’integrazione economica ma, come detto, sarà demandata agli Atc la gestione della situazione. Si evince la volontà politica costruttiva di avere una linea di condotta che possa assicurare quell’equilibrio che oggi si è rotto”.
In sostanza, quindi, si aumenta al 54% la quota dei trasferimenti agli Atc e saranno loro a dover scegliere quanto destinare alla gestione e quanto ai risarcimenti dei danni.
Morroni ha ribadito che è giusto salvaguardare i diritti e le prerogative dei cacciatori, ma allo stesso tempo vanno tutelate le attività agricole. Facendo intendere che evidentemente, in questi ultimi anni, gli interessi dei primi sono prevalsi su quelli dei secondi.
Nella replica conclusiva, Bettarelli ha detto che “in prospettiva la
questione è stata inquadrata giustamente, ma resta il problema di
quest’anno emergenziale. Tante squadre non sono ancora partite e dovrebbero farlo, ma con i limiti della zona arancione. Apprezzo l’impostazione per il futuro ma serviva una risposta straordinaria”.