Danni di cinghiali, al muro contro muro tra agricoltori e cacciatori si uniscono i contrasti all’interno della maggioranza regionale. Nell’audizione di oggi in videoconferenza con le Commissioni regionali II e III le parti non si sono spostate dalle rispettive posizioni.
Il caso è quello delle contribuzioni ulteriori chieste a 28 squadre dell’Atc1. Ma in ballo c’è tutto il sistema dei risarcimenti per i danni provocati dai cinghiali agli agricoltori e il sistema di contenimento della specie.
Le richieste degli agricoltori
Gli agricoltori hanno ribadito la gravità della situazione delle aziende del settore a causa dei danni causati da cinghiali e fauna selvatica. Hanno poi auspicato un censimento delle colture regionali, per studiare la problematica (utilizzando anche i satelliti) e una armonizzazione dei calendari venatori delle Regioni vicine, in modo da rendere più efficaci le strategie di contenimento nelle aree di confine.
Infine, nel merito dei risarcimenti, è stato chiesto di rispettare quanto previsto dal regolamento regionale, al fine di evitare le desertificazione delle colture di collina e la chiusura di molte aziende del settore.
Gli Atc: caccia fondamentale per contenere i cinghiali
Atc e cacciatori hanno ribadito l’importanza dell’azione venatoria da loro svolta, anche in termini di salvaguardia dei campi coltivati e delle colture e quindi dell’esistenza stessa delle aziende agricole, soprattutto in collina.
Gli intervenuti hanno anche ribadito lo sforzo, economico e personale, nel garantire le battute di caccia al cinghiale, le attività di contenimento della fauna selvatica, la gestione dei cani, lo smaltimento delle carcasse e il pagamento delle quote agli Atc. La responsabilità della proliferazione dei cinghiali non dovrebbe dunque essere imputata ai cacciatori, che sarebbero al contrario interessati proprio ad abbattere questi animali.
Il presidente della Libera Caccia, Lando Loretoni, ha proposto che sia consentito agli Atc di versare queste somme aggiuntive, prevedendo un piano di rientro su più anni.
Morroni e le modifiche per il futuro
Morroni ha esposto le modifiche che la Giunta conta di apportare al sistema per il futuro. Ma ha ribadito che per ora, le quote per i danni devono essere integrate da parte dei cacciatori, così come previsto dal regolamento regionale.
La Regione modificherà la ripartizione dei fondi agli Atc, incrementando dal 52 al 54 per cento (arrivando a circa 1 milione di euro) la quota dei fondi incassati in base alla legge del 1994 che viene destinata agli Ambiti. Verrà inoltre creato un fondo unico, che gli Atc potranno gestire sotto la propria responsabilità per coprire le spese di funzionamento e garantire il rimborso del 100 per cento dei danni causati dalla fauna selvatica.
Per il 2021, ha spiegato Morroni, verranno attivati due tavoli tecnici: il primo sui criteri di ripartizione tra i tre Atc del 54 per cento delle risorse; il secondo sull’applicazione del comma del regolamento che prevede di ricavare fondi dalla vendita della selvaggina delle battute di contenimento per finanziare i risarcimenti agli agricoltori.
Frattura con la Lega
Ma all’interno della maggioranza non c’è uniformità di vedute sui risarcimenti ulteriori da parte dei cacciatori. E del resto il segretario umbro della Lega, Virginio Caparvi, nei giorni scorsi aveva attaccato l’assessore Morroni sulla gestione della caccia.
Il presidente della Commissione e consigliere della lega, Valerio Mancini, ha spiegato la propria contrarietà all’ipotesi di un ulteriore versamento da parte dei cacciatori. Annunciando la presentazione di un atto di indirizzo rivolto alla Giunta, da far approvare alla Commissione, affinché l’integrazione dei fondi venga coperta con un anticipo dei fondi regionali del 2021 a fronte di un forte impegno da parte dei cacciatori nel contenimento della presenza dei cinghiali e nel raggiungimento degli obiettivi preposti