I commissari umbri di Aziende ospedaliere e Asl chiedono il conto a medici e chirurghi per i risarcimenti versati negli anni a pazienti che hanno subito danni per presunti casi di malasanità. Questo, del resto, è quanto chiedeva la Procura regionale della Corte dei Conti.
E così i commissari hanno inviato a numerosi medici avvisi di costituzione in mora ai fini interruttivi della prescrizione di un eventuale risarcimento per le somme corrisposte dalle Aziende ai pazienti per presunti danni.
Insomma, per ora i medici hanno ricevuto un avvertimento su quanto potrebbero essere chiamati a corrispondere come risarcimento.
Una pratica contestata dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Perugia, che finirà per incentivare la medicina difensiva (i medici, cioè, saranno portati a far effettuare qualsiasi esame al paziente, anche quelli inutili, così da non rischiare denunce, con un aggravio di spesa per le Aziende ed il rischio di allungare ulteriormente i tempi di attesa) e favorire i contenziosi, limitando i casi definiti in via transattiva.
Tanto più, evidenzia l’Ordine, che gli avvisi ricevuti dai medici in molti casi sono relativi a somme corrisposte dalle Aziende a titolo transattivo per fatti ormai ampiamente trattati, di cui i sanitari non erano in gran parte neanche a conoscenza e non hanno quindi potuto far valere le proprie ragioni.
Insomma, il paziente fa causa, l’Azienda concorda il risarcimento da versare, ma il conto, alla fine, potrebbe essere pagato dal medico senza che questi abbia avuto voce in capitolo sulla contestazione.
“I medici – scrive l’Ordine di Perugia – non possono operare con la spada di Damocle di richieste risarcitorie condizionate dai tempi biblici della giustizia nel nostro Paese, che, come nel caso in esame, investono anche colleghi pensionati“.