“Un Piano così, concepito circa 10 anni fa e quindi ormai superato e decontestualizzato, non va bene per il nostro territorio che non ha bisogno di ulteriori vincoli e restrizioni, fortemente penalizzanti per il suo sviluppo e per la popolazione residente”.
Questa solo una brevissima sintesi delle dure critiche espresse ieri mattina a Norcia, nel corso di un incontro promosso dal Comune di Norcia presso la sede municipale finalizzato ad accogliere quante più osservazioni possibili al “Piano per il Parco dei monti Sibillini”, lo strumento di programmazione urbanistica, e non solo, in via di approvazione.
Oltre ai presidenti delle Comunanze Agrarie del Comune di Norcia, espressamente invitati, alla riunione, i cui lavori sono stati presieduti dal sindaco Nicola Alemanno, dal presidente del Parco dei Sibillini Massimo Marcaccio, dal presidente della Comunità Montana Valnerina Agnese Benedetti e dall'assessore comunale all'urbanistica Cristina Sensi, hanno preso parte anche numerosi cittadini, tra cui molti allevatori, agricoltori e rappresentanti delle associazioni di categoria.
Dure, si diceva, ma anche molto puntuali e argomentate, sono state le osservazioni avanzate al Piano, “uno strumento datato – lo ha definito il primo cittadino Alemanno – basato su uno stato di cose certamente mutato rispetto alla data della sua elaborazione; non più in linea con le recenti normative comunitarie, nazionali e regionali; costruito su ortofotocarte superate e non georeferenziate sulla cartografia catastale”.
E' stato l'assessore Sensi, quindi, a ripercorrere in sintesi tutte le osservazioni al Piano elaborate dal Comune di Norcia, che il prossimo lunedì saranno portate all'attenzione del Consiglio Comunale. “Abbiamo diviso in tre parti la nostra relazione contenente le osservazioni. – ha anticipato la Sensi – Nella prima abbiamo commentato la relazione del Piano e riassunto le nostre aspettative; nella seconda abbiamo analizzato e commentato le norme tecniche di attuazione, dando rilievo agli aspetti urbanistici e sottolineando la distanza che verrebbe a crearsi tra i contenuti di questo Piano e il nostro Piano Regolatore; e infine, nella terza, abbiamo concentrato le osservazioni alle perimetrazioni. Abbiamo evidenziato – ha proseguito – molte incongruenze e contraddizioni tra i principi generali che hanno ispirato il documento, la normativa quadro e le norme di attuazione. Contestiamo l'articolo 8 sulla zonizzazione, convinti che spetti ai Comuni la pianificazione del territorio. Come si concilia – ha detto facendo solo un esempio – il Piano Integrato di Recupero di Castelluccio, attualmente in corso, con l'inserimento della frazione in zona B?”. Un esempio, questo, al quale se ne sono aggiunti molti altri, tutti a conferma dell'inadeguatezza del Piano nella realtà attuale dell'area protetta.
“Una fotografia statica dello sviluppo socio-economico scattata 10 anni fa” – ha definito il Piano il responsabile dell'ufficio di Norcia della Coldiretti Paolo Sorci – “che non tiene conto delle importanti e recenti normative nel settore agricolo come quelle sulle attività di servizio”. L'auspicio espresso al Presidente Marcaccio nel corso della riunione è stato pertanto quello di aggiornare e, in molte parti, cambiare il Piano “per non frenare – ha più volte sottolineato il sindaco Alemanno – lo sviluppo di queste aree che fino ad oggi hanno fatto a meno della politica e del Parco stesso”.
Ma grande apertura e disponibilità al confronto sono state espresse in conclusione del dibattito dal Presidente Marcaccio. “Quello di questa mattina, come gli altri 13 ai quali ho partecipato presso gli altri Comuni del Parco – ha detto Marcaccio – lo ritengo un incontro assolutamente positivo. Condivido molte delle vostre critiche, tra l'altro comuni alle altre realtà dell'area protetta – ha affermato – e apprezzo la vostra schiettezza e il vostro convincimento. Gli emendamenti che stiamo raccogliendo – ha anticipato – saranno certamente cavalli di Troia per aggiustare e riequilibrare il Piano. Non resta che valutare e cercare insieme un percorso e una strategia in grado di superare questa non facile situazione. Il nostro compito – ha concluso – è quello di trovare una grammatica che valga per tutto il territorio perché il Parco ha ragione di esistere solo se i cittadini ne condividono il valore e gli obiettivi”.