Dal "Rispetto" germoglia una vita migliore | Intervista a Maria Cristina Zenobi - Tuttoggi.info

Dal “Rispetto” germoglia una vita migliore | Intervista a Maria Cristina Zenobi

Sara Cipriani

Dal “Rispetto” germoglia una vita migliore | Intervista a Maria Cristina Zenobi

Mer, 07/06/2023 - 09:41

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Autrice del libro ’Se mi ami parlami’ Maria Cristina evidenzia e sottolinea un concetto importante: il rispetto va insegnato a scuola

“Sono pochi i traguardi che tenacia e perizia non possono raggiungere, le grandi conquiste non si raggiungono con la forza, ma con la perseveranza.” Così recita una famosa citazione di Samuel Johnson e, di traguardi ne ha raggiunti Maria Cristina con la sua tenacia e passione per tutto ciò che la sua voglia di cambiamento stimola. Nel nome del rispetto”, questo il nome dell’Associazione che Maria Cristina Zenobi e Cristina Virili hanno fatto nascere nel 2016 come un germoglio che pian piano, grazie all’amore, cresce, si trasforma, fino a diventare un fiore meraviglioso. Ed è proprio il germoglio, il simbolo del logo che contraddistingue la sua Associazione.  

Il 13 maggio 2023, l’ultimo di tanti eventi realizzati in Umbria: questa volta a Montefalco, un comune che si fa promotore e sostenitore del valore del rispetto. Presente anche il sindaco Luigi Titta a cui è stato consegnato il gagliardetto dell’associazione per aver reso possibile lo svolgimento dell’emozionante incontro e Don Vito Stramaccia che lo ha ricevuto per il suo costante impegno verso la comunità. Un’iniziativa quella della Festa della Mamma e del Papà, giunta alla sua ottava edizione e che mira a stimolare la Giornata Internazionale del Rispetto dopo i successi di Riviera Ligure, Assisi, Perugia, Acquasparta, Bari e Barletta dove alcuni giorni fa si è svolto un altro importante evento dell’associazione.

“Si è parlato della figura della mamma e del papà – racconta Maria Cristina Zenobi – attraverso letture fatte da Walter Romagnoli e musiche di  Angelo Bornaghi, abbiamo fatto riflettere sulla figura della mamma che non esiste se non c’è il papà. Se c’è una festa della mamma c’è anche quella del papà. Non possono essere separate. La sala era piena. E’ stato un momento molto bello ed emozionante”.

Il germoglio con un cuore

“La nostra Associazione si chiama: “Nel nome del Rispetto”. Il suo logo è un germoglio con un cuore. Ed è proprio quello che facciamo attraverso questo progetto: seminiamo questo principio in tutte le scuole attraverso un format che segue un obiettivo ben preciso, quello di far conoscere questa parola ”Rispetto”. Sì perché il problema più comune è proprio quello di non saper distinguere il significato della parola rispetto e quello di gentilezza.  Si lavora sulla gentilezza ma non sempre essere gentili vuol dire avere anche rispetto. Il rispetto lo devi tu e lo devi pretendere dall’altro”, prosegue Maria Cristina. Una passione che nasce dall’amore che ha per il prossimo, un amore che per essere reale e sincero deve nutrirsi di una parola importante: “Rispetto”.

“La mia passione è una necessità. Creare questa Associazione è stata la conseguenza di una necessità che si è concretizzata in un progetto divenuto tangibile e reale. Per 11 anni ho fatto sportello anti stalking. Facendo gestione del conflitto ho visto la necessità che più di infliggere delle pene bisogna fare un lavoro di prevenzione. Ecco perché ho capito che parlare nelle scuole, istituti di pena, nelle famiglie di un principio fondamentale come il ‘Rispetto’ non è più un semplice tentativo ma, una necessità ”, così prosegue grata Maria Cristina. Insegnare la non violenza, attraverso il rispetto, vuol dire condurre all’etica più alta, che altro non è che l’obiettivo di tutta l’evoluzione. Un pensiero e concetto che Maria Cristina conosce in maniera chiara e profonda.

“Parliamo di violenza sulla donna, conflitti tra condomini, tra genitori e figli, negli ambienti di lavoro. La violenza, la rabbia esistono perché non esiste il rispetto reciproco. Esiste l’amore e quindi si acquisisce il diritto di fare qualsiasi cosa. Un concetto che non può essere né stimolato né fortificato ma, debellato alla radice. Una volta finito l’amore bisogna mantenere il rispetto. Purtroppo, sull’argomento c’è molta indifferenza anche nei riguardi dei propri figli. Questa guerra presuppone sempre:’ i miei diritti e doveri’ e viceversa.”

Il Rispetto, per Maria Cristina, è un diritto e un dovere. Questo è il germoglio dal quale nasce l’Associazione ‘Nel nome del Rispetto’.

Molto più di una parola: sincerità, coerenza e lealtà.

“Tutt’ora si fatica a denunciare una violenza per paura, per mancanza di coraggio. Ma la legge è stata fatta per non raggiungere quei segni. Non si tiene in conto la violenza psicologica:  minacce velate che ti perseguitano. C’è stato un ulteriore inasprimento delle pene ma non è servito a nulla perché non si comprende il pericolo che è presente in tutti gli ambienti” così prosegue delusa dal sistema, ma motivata, Maria Cristina.

Rispetto per Maria Cristina è molto più di una parola. E’ sincerità, coerenza, lealtà. E’ il saper guardare e trattare il prossimo proprio come faresti con te stesso.

“Se non c’è il rispetto come fa ad esserci la pace. C’è un mondo pieno di indifferenza e individualismo. Fare la giornata internazionale del rispetto per me è molto importante. Abbiamo creato ambasciatori in tutta Italia. L’anno scorso hanno partecipato 120 istituti penitenziari che hanno abbracciato questo progetto.  Facciamo rieducazione negli istituti penitenziari attraverso la scrittura creativa. Quest’anno i detenuti ci hanno chiesto di mettere la tematica: ‘quanto sia necessario rispettare i loro sentimenti ai fini del reinserimento sociale’. Un tema molto sentito in loro, che gli ha permesso di esprimere i loro pensieri ed emozione” prosegue soddisfatta.

‘Nel nome del Rispetto’, un progetto in tutta Italia

Un progetto che in pochi anni ha visto estendersi, non solo in istituti penitenziari ma, anche nelle scuole ricevendo riconoscimenti, adesioni e raggiungendo grandi successi.

“Nelle scuole proiettiamo un film come ad esempio quelli di Franco Albano con concetti che abbracciano il sociale. Da questi film si stimolano gli studenti a riflettere. Cerchiamo di stimolare più generazioni. Siamo arrivati fino alle Università oltre agli istituti di pena per minori e adulti e lo decliniamo in diverse tematiche. Il tema di quest’anno è il ‘Rispetto nello sport’. Abbiamo inventato e brevettato la figura in 3D di un gattino che si chiama ‘Gatto Rispetto’. Un personaggio raffigurato in un libro che raccoglie 20 vignette. Ogni vignetta rappresenta una storia per far capire cosa vuol dire la parola Rispetto. E’ raffigurato in varie situazioni, esprimendosi con un linguaggio per adulti. Ma non è l’unico progetto. Abbiamo anche creato un cartone animato che spiega la differenza tra gentilezza e rispetto. il primo cartone in 2D” conclude entusiasta Maria Cristina.

Un progetto che non poteva fiorire senza il supporto di un team di professionisti uniti dalla stessa passione ed entusiasmo che spinge Maria Cristina a raggiungere traguardi sempre più alti.

“Devo ringraziare la professoressa Cristina Virili. E’ una colonna dell’ Associazione. Ma non è la sola. Insieme ai 40 membri della giuria e 15 persone del comitato scientifico, abbiamo creato un progetto solido e sempre più capillare nel toccare tematiche diverse e generazioni altrettanto diverse.” Ecco come Maria Cristina, in pochi anni, è riuscita a raggiungere successi importanti.

“Noi ci battiamo da anni anche con figure politiche. Nel 2019,  siamo stati ricevuti dalla Commissione straordinaria dei diritti umani del Senato per esporre e spiegare ai senatori cosa facciamo: per esempio si lavora sulla giornata del bullismo. Ciò che emerge è che si parla sempre in negativo per poi dire che bisogna prendere precauzioni. Noi invece partiamo dal positivo. Al Lyrick di Assisi la parola rispetto associata ad un tema tanto sentito tra i ragazzi quali il bullismo, ha messo insieme giovani e adulti“.

Amore e Rispetto da insegnare non solo nelle scuole

“Quello che è emerso è che  amore e rispetto migliorano ogni relazione. E’ stato un evento davvero emozionante dove i ragazzi parlavano del bullismo partendo dalla prevenzione. Si sentivano liberi di parlare delle loro emozioni, sentimenti, disagi soprattutto in un momento così  difficile come quello che ha vissuto la nostra società negli ultimi anni a causa del Covid.  In questo periodo più che mai si è assistito ad una trasmutazione dei valori che legano genitori e figli. La sofferenza ha permesso di recuperare il rapporto genitori e figli” prosegue grata Maria Cristina.  

Autrice, nel 2012, del libro ’Se mi ami parlami’ Maria Cristina evidenzia e sottolinea un concetto importante: il Rispetto va insegnato a scuola ecco perché lei non demorde.

“Quello che dico ai ragazzi, tutte le volte che mi confronto con loro, è che la passione è la forza della nostra vita. Se non abbiamo passione non possiamo fare nulla. La passione è un pilastro della vita di ognuno di noi perché è per questa passione che combatti con tenacia e grinta”. Questo il messaggio che sente di esprimere Maria Cristina attraverso questa intervista.

“Abbiamo fatto un grande evento, all’inizio anno, con una campionessa internazionale (velocista ndr) Emanuela Levorato. In quell’occasione c’era il Preside della facoltà di medicina prof. Vincenzo Nicola Talesa, il presidente del Coni regionale Domenico Ignozza e, lo psicologo Stefano Pieri. Ad Assisi c’erano oltre 600 ragazzi per cercare di far capire loro i valori educativi dello sport che coincidono con in concetto del rispetto. L’evento si chiamava ‘il Rispetto e i valori educativi dello sport’. Altro tema importante, lo abbiamo affrontato per le superiori. Il tema era: ‘quanto vi sentite rispettati, le vostre aspettative nella società odierna’. Attraverso questa tematica si sentivano liberi di declinare le loro emozioni attraverso lo sport, musica, arte“.

E alla domanda quali sono i tuoi progetti futuri Maria Cristina risponde entusiasta: “Continuare a fare progetti che riguardano una tematica tanto sentita come il rispetto seguendo le necessità e le richieste delle scuole”.

Intervista di Laura Caldara

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