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Dal Pakistan a Perugia per una buona azione / La storia di Ali

“Perché non li hai tenuti?”. “Perché non erano soldi miei”. Domanda e risposta che buttano giù a mazzate i luoghi comuni e i pregiudizi. Quella che raccontiamo oggi è una storia che merita attenzione in un periodo in cui il tema dell’immigrazione si è fatto rovente in Italia. Accade in Umbria. A Perugia. Attualmente il territorio della provincia verde ospita circa  410 profughi  ma, secondo le nuove disposizioni, dovrebbe arrivare ad accoglierne 595. Ali  (nome di fantasia) è uno di questi.

E’ ospite dello SPRAR (Sistema protezione dei rifugiati e richiedenti asilo) gestito da Arci Solidarietà e spesso è costretto a sottoporsi a visite mediche per dei problemi cardiaci. Ali viene dal Pakistan, a Perugia è arrivato da poco, dopo un estenuante viaggio della speranza via terra e dopo una permanenza in una struttura di Teramo. Sara è l’operatrice sociale che proprio nei giorni scorsi si è occupata dell’accompagnamento sanitario di Ali in un ambulatorio di Perugia. E’ prassi infatti che i ragazzi vengano seguiti nelle loro necessità primarie, soprattutto quelle sanitarie. E’ durante uno di questi accompagnamenti che appunto Ali racconta a Sara l’episodio di cui è stato protagonista.

In una mattina come tante Ali stava andando a seguire il corso di italiano che propone Arci e davanti alla fermata dell’autobus si accorge che un ragazzo perde il portafogli. Ali lo raccoglie ma l’autobus parte e non riesce a raggiungere chi lo ha smarrito. Allora lo apre e vede che dentro ci sono un sacco di soldi. Trecento euro circa. Praticamente una fortuna, per un ragazzo al quale il progetto di solidarietà mette a disposizione 30 euro a settimana. Ma Ali non ci pensa due volte. Continua a rovistare e trova un numero di telefono. Chiama e fissa un incontro con il proprietario alla stazione di Fontivegge. Il ragazzo arriva accompagnato dal padre. I due restano anche sorpresi quando scoprono che ad attenderli c’è Ali. Si fanno raccontare la sua storia e gli offrono una lauta ricompensa. Lui la rifiuta. E pensare che qualche giorno prima lui stesso aveva perso i suoi 30 euro settimanali, ma non c’è storia. Ha fatto solo il suo dovere quei soldi non li vuole. Ecco come nascono la domanda e la risposta all’inizio di questo articolo, cioè quando Ali racconta a Sara la sua avventura e poi spiega “avrei voluto andare in Questura, ma avevo paura che sospettassero che lo avessi rubato quel portafogli”Una storia, non come tante.