“Gli uomini e le donne rischiano di dover rinunciare ad alcuni trattamenti di
bellezza. Oppure dovranno rivolgersi ai medici per eliminare i peli superflui. E le
imprese di estetica rischiano di perdere il 30% del loro fatturato”.
La segnalazione è stata lanciata da Stelvio Gauzzi, viste le iniziative di alcuni
organismi istituzionali (Istituto Superiore di Sanità, Coordinamento
interregionale in sanità e singole regioni) riguardanti l'utilizzazione del laser
e di altre apparecchiature per uso estetico.
“Condividiamo ogni iniziativa che introduca soluzioni tecnico-normative
finalizzate al miglior livello di sicurezza degli apparecchi utilizzati in
estetica nell'interesse dei consumatori e degli operatori – spiega Stelvio Gauzzi.
Ma preoccupa il fatto che, mentre da un lato l'iter di emanazione del decreto sull'uso
di tali attrezzature sta facendo il suo corso sulla base di un percorso individuato
dalla legge di settore, dall'altro si propongono e si assumono iniziative di tipo
restrittivo”.
“Ci sembra – continua il Segretario Gauzzi – una modalità di intervento
assolutamente illegittima: non basta una semplice comunicazione agli organismi di
controllo (ASL) per contestare o proibire l'utilizzo delle apparecchiature
elettromeccaniche ad uso estetico definite da una legge approvata dal Parlamento e
che la nostra categoria utilizza da 17 anni, cioè dalla data di entrata in vigore della
legge di settore la 1/90″.
Va ricordato che a livello nazionale il lavoro del gruppo tecnico, composto dai
rappresentati del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero della Salute,
dell'ISPESL, del Comitato Elettrotecnico Italiano, delle Associazioni nazionali
di categoria del settore estetico, ha concluso un lavoro complesso e articolato
giungendo a definire in modo unanime e condiviso le schede che riportano le
caratteristiche tecnico-dinamiche e i meccanismi di regolazione, nonché le
modalità di esercizio e di applicazione delle cautele d'uso di tutti gli apparecchi
elettromeccanici per uso estetico allegati alla legge 1/90. Tra l'altro la Corte di
Cassazione, Sezione penale, con sentenza del 20 giugno 2007, numero 34200/07 ha
escluso dall'attività medica, fra le altre, la depilazione con aghi.
Le attività legate alla depilazione rappresentano una fetta consistente del lavoro
delle estetiste. In base ai dati di Confartigianato, la depilazione ha un valore pari
al 30% del fatturato delle imprese.
“Questa situazione – conclude Gauzzi – rischia di danneggiare il nostro settore e
quello dei produttori di questi macchinari. Per uscire da questa incertezza,
chiediamo con forza la pubblicazione del decreto ministeriale con quanto in esso già
concordato”.