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DAL CARRELLO TRASBORDATORE DELLE OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI LA SANTA MESSA DEL VESCOVO GUALTIERO SIGISMONDI

Domani, alle ore 12, il vescovo di Foligno Mons. Gualtiero Sigismondi, varcherà i cancelli delle Officine di Foligno per celebrare la Santa Messa e benedire i ramoscelli di ulivo simbolo della Santa Pasqua.
Una tradizione trentennale che anche quest’anno si rinnova e che vedrà la consueta ed attiva partecipazione delle maestranze e della dirigenza dello stabilimento umbro.
Dal singolare altare del carrello trasbordatore il Vescovo di Foligno, oltre alla celebrazione della Santa Messa, impartirà una benedizione particolare alle OMC in occasione del centenario delle Officine, che proprio quest’anno ricorre. Una realtà industriale che da un secolo estende l’importanza ferroviaria dell’Umbria ben al di là dei suoi ristretti confini geografici.
E’ una storia lunga, e gloriosa, quella delle Officine Grandi Riparazioni di Foligno. Nel 1911 fu avviata la costruzione del nucleo originale dell’impianto, che si sviluppava su un’area di 110 mila metri quadrati. La grande guerra rallentò il completamento della struttura e l’avvio della produzione ma già nel 1919 usciva la prima locomotiva riparata. Da lì tutti i grandi interventi sulle più prestigiose locomotive italiane del gruppo 746 e sulle grandi Pacific del gruppo 691, per arrivare alle nuove locomotive elettriche del gruppo E626, attività che divenne prima prevalente e poi, dal 1945, esclusiva.
Nel secondo dopoguerra l’impianto di Foligno potenziò ed estese i reparti di lavorazione su un’area di 142 mila metri quadri – 80 mila dei quali coperti – (le sue dimensioni attuali) – e si adeguò brillantemente, grazie alla grande esperienza maturata dalle sue maestranze, alle nuove tecnologie elettroniche affrontando la riparazione di locomotive delle ultime generazioni, attività proseguita fino ad oggi.
Nelle migliaia di locomotive transitate dai capannoni delle Officine c’è la storia di questo Paese ed anche la sua Unità, accelerata non poco da treni che hanno fatto su e giù per l’Italia.