Perugia

Dal 17 settembre al lavoro per attuare la legge contro l’omofobia, ma è subito polemica

Prevista per il prossimo 17 settembre la sottoscrizione del protocollo d’intesa sulla legge regionale contro l’omo-transfobia e l’avvio del gruppo di lavoro di attuazione della legge coordinato dalla Regione Umbria. Alla firma del protocollo sono chiamate istituzioni, organismi e associazioni del territorio regionale che si occupano di prevenire e combattere le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Ma a quasi tre settimane dall’appuntamento, è già polemica. Il consigliere Sergio De Vincenzi attacca: disattese le rassicurazioni di pluralismo garantite dalla Regione, perché dall’elenco dei firmatari si evince che le associazioni familiari e dei genitori afferenti agli organismi della scuola sono state totalmente escluse dalla partecipazione. De Vincenzi ricorda che a gennaio, rispondendo al Question time ad una sua precisa istanza, la governatrice Marini aveva invece aveva dato “ampia rassicurazione sul carattere di pluralità di eventuali organismi e protocolli derivanti dall’applicazione della legge regionale 11 aprile 2017, n.3“.

De Vincenzi lamenta “l’esclusione delle proprie associazioni estremiste e omofobe dalla firma del protocollo“, la replica di Omphalos LGBTI. “Le affermazioni del pluri-consigliere De Vincenzi sono surreali – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – chiedere che nell’organismo di lavoro che dovrebbe attuare la legge contro le discriminazioni verso le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans* e intersex entrino associazioni nate con l’unico obiettivo di discriminarle è quantomeno assurdo. Con l’approvazione della legge, la Regione Umbria ha deciso di contribuire fattivamente alla prevenzione delle discriminazioni e delle ingiustizie verso le persone omosessuali e transessuali e non permetteremo che soggetti portatori di discriminazioni ne ostacolino il lavoro“.

Alla firma del protocollo e ai lavori del conseguente gruppo di coordinamento sono chiamate la Regione Umbria, le Prefetture e le Questure di Perugia e Terni, i Carabinieri, i comuni capofila della regione (Perugia, Terni, Città di Castello, Assisi, Marsciano, Norcia, Gubbio, Foligno, Spoleto, Narni, Orvieto e l’Unione dei Comuni del Trasimeno), l’ANCI, l’Università degli Studi di Perugia e l’Università per Stranieri di Perugia, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza regionale, l’Ufficio Scolastico Regionale, le ASL e le Aziende Ospedaliere dell’Umbria e le associazioni che nel territorio regionale si occupano di prevenzione e contrasto alle discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere come Omphalos, ESeDomani Terni, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Amnesty International e Basta il Cuore.

Ma De Vincenzi ribadisce la propria posizione ed ha inviato alla presidente Marini un sollecito ufficiale affinché venga modificato celermente l’elenco dei firmatari del protocollo, così da inserire associazioni che si occupano di attivismo sociale orientato alla famiglia, al mondo dei minori e della scuola “non allineate alla ideologia LGBTI“, come il “Forum dell’Umbria”, “AGE”, “AgeSC”, “Articolo 26”.