Gubbio e Gualdo

Da una grotta di Gubbio agli Usa, setta religiosa si dedica a culto del ‘Quadrato magico’

Una nuova religione americana dedicata al culto del quadrato magico di Gubbio. Si tratta in realtà di una setta esoterica, nata in Pennsylvania per mano di David Ernest Wachter, appassionato di teosofia, che ha riunito gran parte dei suoi adepti anche su una pagina Facebook dedicata al “Niger-Regin square”.

Il quadrato magico di Gubbio

Il quadrato magico di Gubbio è un misterioso graffito di pochi centimetri composto da cinque parole latine di cinque lettere ciascuna, disposte in modo da formare una frase palindroma (leggibile nell’uno e nell’altro senso): “Niger Inare Galag Erani Regin”.

Il quadrato magico

La scoperta e le ipotesi

La misteriosa iscrizione è stata scoperta casualmente nel 2000, in una grotta sul Monte Ingino, dai ricercatori Mario Farneti e Bruno Bartoletti. Secondo le ipotesi di quest’ultimi l’incisione potrebbe essere stata realizzata tra il XV e il XVII secolo e sarebbe la testimonianza di un culto templare legato alla Madonna Nera (“Niger” e “Regin” sono rispettivamente la prima e l’ultima parola del quadrato).

La distruzione del quadrato

Dal 2012, però, il quadrato non esiste più, distrutto a colpi di scalpello da ignoti e, addirittura, cancellato definitivamente con materiali specifici. Opera di vandali o “insabbiamento consapevole”? Tuttora questo resta un mistero, così come la teoria dei due ricercatori, molto affascinante, che lo stesso Monte Ingino possa essere stato “modellato” dagli antichi per assumere una forma di piramide, e avere così la funzione di tempio proprio per il culto della Niger Regin.

Il quadrato e la setta esoterica

Nonostante il quadrato sia scomparso per sempre, la setta esoterica di David Ernest Wachter continua a prendere la misteriosa incisione come riferimento sacro e base per trovare nuove mistiche interpretazioni della vita. Da ultimo il teosofo ha anche “scovato”, tra le lettere componenti il quadrato, la parola “Graal” e la sigla “Inri”. Siamo certi che la ricerca per trovare nuovi significati a questo manufatto eugubino, dato l’alto alone di mistero e fascino che lo circonda, non finirà qui.