Quando la burocrazia complica davvero le cose e spezza il dialogo tra cittadini e amministrazione. Succede ad Umbertide, dove i protagonisti sono l’Hotel Moderno – storica attività alberghiera di famiglia inaugurata nel 1977 e chiusa definitivamente nel 2014 – e un piccolo appezzamento di terreno di circa 1.500 metri quadrati che, da decenni, si trova al centro di una disputa kafkiana.
Tutto è iniziato a fine anni ’80 quando la famiglia Mingarini – proprietaria della struttura – si rivolse all’allora sindaco di Umbertide Maurizo Rosi, segnalando lo stato di degrado del terreno incolto accanto al loro hotel: L’area era infatti piena di rifiuti e quando pioveva diventava “un lago ed una fogna a cielo aperto”.
I titolari si rivolsero dunque all’amministrazione sperando in un intervento ma la risposta fu spiazzante: “Non abbiamo risorse né interesse per quella zona – disse il Comune secondo il racconto dei Mingarini – Prendetelo voi e sistematelo, tanto per noi sarebbe solo un costo inutile”. Da lì nacque dunque un accordo “pacifico” con l’Ente umbertidese, secondo il quale la famiglia avrebbe preso in gestione il terreno, trasformandolo in un giardino a servizio dell’hotel.
“Così avrete un bel verde per i vostri clienti e noi finalmente una zona bonificata. Potete cominciare anche domani” avrebbe detto il sindaco di allora, rassicurando i Mingarini che non ci sarebbero stati problemi. E così fu: i titolari spesero oltre 15 milioni di lire tra rimozione rifiuti, disinfestazioni, impianti irrigazione, illuminazione e piantumazioni varie, per trasformare il terreno abbandonato in un’oasi verde per clienti e cittadini.
Ma nel 2010, dopo più di 30 anni, arriva il colpo di scena. L’amministrazione comunale informa i Mingarini che il terreno risulta ancora di proprietà comunale. “Dovreste acquistarlo ufficialmente” fu la richiesta. La famiglia rispose incredula di avere un accordo con la giunta Rosi e aver speso milioni di lire per sistemarlo. Ma la replica fu altrettanto incredibile: “Ci deve essere stato un intoppo burocratico – sono le parole del Comune sempre riportate dai titolari – Ma visto che siete in trattativa per vendere l’hotel, inseritelo nei progetti come verde pubblico e parcheggi”.
Da quel momento terreno e hotel si trasformarono in un “incubo amministrativo”. La famiglia presentò infatti decine di proposte per rilanciare l’area – una caserma dei Carabinieri, una RSA, un centro medico polifunzionale, uffici, centro commerciale e persino una zona residenziale – ma tutte vennero bocciate dall’ufficio tecnico comunale. Nel frattempo l’hotel viene chiuso e vandalizzato e la zona torna a essere depressa e in degrado, con l’inevitabile danno economico e morale per chi vi aveva investito.
La famiglia, dopo mezzo secolo di sacrifici senza sosta né ferie, si trova con un pugno di mosche in mano. I fondatori dell’attività morirono senza mai ottenere spiegazioni o almeno una soluzione. I Mingarini hanno anche presentato ricorso al Tar ma, come loro stessi sottolineano, “i tempi della giustizia italiana sono notoriamente lunghi e incerti…”. Nel frattempo si interrogano su cosa ancora possa essere fatto per risolvere l’assurda situazione.
Nel 2024, infine, l’ultima beffa. Durante questi giorni di festività, il Comune – riferiscono i Mingarini – “ha pensato bene di abbellire piazza Matteotti con un albero di Natale. Fin qui nulla di strano, se non fosse che quell’albero è stato tagliato proprio dal giardino dell’ex hotel Moderno. Una telefonata avrebbe potuto chiarire la questione, ma questa non è mai arrivata. Cari umbertidesi, che dobbiamo dire o fare ancora? – commenta sconsolata la famiglia – Speriamo almeno che l’alberello sia di vostro gusto…”.