Pamela ha 37 anni ed a novembre è diventata mamma. Ma la sua non è una storia come tante altre: questa donna di Montefalco, infatti, ha scoperto mentre era incinta di avere un grave linfoma. Non si è rassegnata e sottoponendosi alla chemioterapia è riuscita a portare avanti la gravidanza, fino alla nascita del piccolo, avvenuta pochi mesi fa all’ospedale di Perugia.
Se il bimbo sta bene, così non è per Pamela: le cure finora non hanno dato esiti positivi. I suoi familiari ed amici hanno lanciato per questo una campagna di raccolta fondi per consentirle di usufruire di cure specifiche sperimentali all’estero visto che in Italia non sono disponibili. L’obiettivo è ambizioso, 500mila euro, ma in poco più di un giorno sono stati già raccolti circa 15mila euro. C’è chi ha donato 5 euro, chi 4mila: ciascuna cifra è importante per aiutare questa mamma che lotta per la sua vita, per non lasciare solo il suo piccolo. Mercoledì mattina, i donatori hanno superato quota 350, in poco più di 24 ore dall’apertura della campagna di crowdfunding.
“Purtroppo si! mi è capitata anche questa nella vita… ed ora non mi resta che provarle tutte!” scrive Pamela sulla sua pagina Facebook. “Confido nel vostro aiuto – è il suo appello – anche delle cifre più irrisorie perché in tanti potremmo raggiungere moltissimi risultati! Faremo una pagina dedicata agli aggiornamenti sia della malattia che della raccolta, dove sarà tutto trasparente! Se non chiedo troppo dedicatemi anche un minuto di pensiero positivo chiedendo la guarigione!”.
A ripercorrere la sua storia sono parenti ed amici: “Siamo i parenti e gli amici di Pamela 37 anni, di Montefalco (PG), purtroppo ha scoperto di avere un tumore mentre era incinta, da subito ha dimostrato il suo coraggio mettendo al mondo il suo bimbo dopo tante sofferenze, diventando un esempio per tutti noi.
Si, Pamela ha un linfoma primitivo del mediastino non-Hodgkin di tipo aggressivo, diagnosticato al sesto mese di gravidanza, questo non le ha impedito di donare la vita al suo piccolo pur subendo i primi cicli di chemioterapia con il suo Nicola in grembo.
Non si è fermata, non si è arresa, Nicola è nato il 13 novembre 2018, ora ha 4 mesi e sta bene anche grazie alle cure amorevoli ricevute dalla famiglia e dai medici dei reparti di ematologia e ostetricia dell’ ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia, una struttura all’avanguardia per le cure e per l’umanità degli operatori.
Oggi Pamela è ancora lì, in ospedale, sta tentando un settimo ciclo di chemioterapia che però fino ad ora non ha prodotto i risultati sperati. E’ stata anche candidata a sottoporsi ad una nuova terapia sperimentale chiamata CAR-T, presso l’Istituto tumori di Milano, ma purtroppo, questa cura non è ancora fruibile in Italia! Non ci sono gli accordi tra stato e aziende farmaceutiche!!! Infatti solo pochissimi casi possono essere trattati, principalmente pediatrici, per gli altri ad oggi non si sanno né i tempi, né i modi con i quali si potrà accedere e le liste sono lunghissime. NOI DOBBIAMO FARE IN FRETTA! E l’unica alternativa è andare all’estero, dove sono in corso sperimentazioni, per tentare la cura CAR-T Purtroppo solo a pagamento, con costi esorbitanti che arrivano ai 500.000 Euro….America o Israele i siti più probabili.
Per noi queste cure sono economicamente inaccessibili e proprio per questo l’unica possibilità che abbiamo è quella di unire le forze e chiedere aiuto, sperando che goccia dopo goccia si possa raggiungere quanto necessario. IL SOLO PENSIERO CHE LA NOSTRA PAMELA NON POSSA CRESCERE SUO FIGLIO E’ DEVASTANTE! Non possiamo rinunciare a lottare sapendo che esiste la concreta possibilità di poter donare loro un futuro insieme, come è giusto che sia!
Pamela è una ragazza amante della natura e dell’arte, dipinge e adora gli animali tanto da aver creato, con non pochi sacrifici, l’allevamento amatoriale “Ali di Cocker” facendo della sua passione più grande, un lavoro. Pamela affronta la vita con il sorriso, anche ora che è così difficile, e noi vorremmo che potesse farlo ancora per molto tempo!”.
Familiari ed amici precisano infine che “qualora Pamela riuscisse a rientrare nelle sperimentazioni italiane le donazioni potranno essere restituite, devolute a casi simili o alla ricerca sul cancro”.