Il piano di monitoraggio della filiera agroalimentare scaduto da tempo, Comune di Terni chiede di ripristinarlo
Da 8 anni in alcune zone della Conca ternana vigono disposizioni specifiche in merito a coltivazioni ed allevamento che vengono consentite solo al coperto per via dell’inquinamento dell’aria o dei pozzi. Ma il piano operativo di monitoraggio della filiera agroalimentare è fermo da tempo e la situazione potrebbe essere ben diversa rispetto a quanto ‘fotografato’ dall’ultima ordinanza comunale in merito, datata 2016. Per questo l’amministrazione comunale di Terni, attraverso l’assessore all’ambiente Mascia Aniello, ha scritto alla Regione Umbria ed all’Usl Umbria 2 chiedendo di riattivare al più presto il piano di monitoraggio in questione.
“Risulta alla Amministrazione comunale – si legge nella lettera in questione – che Regione Umbria e ASL Umbria 2 abbiano da anni lasciato scadere il Piano Operativo di Monitoraggio 2015-2019 della filiera agroalimentare nella Conca Ternana. Tale circostanza è del tutto incomprensibile, considerando il quadro ambientale e sanitario affatto brillante del Sito di Interesse Nazionale (SIN) Terni – Papigno e dell’intera area della Conca Ternana. Quel Piano operativo, pur con un numero di campionamenti ridotti rispetto ad analoghe ricerche del passato, promanava dalle numerose non conformità di matrici di origine animale e vegetale, nonché di acqua di pozzo a uso irriguo, analisi svolte a seguito di quanto previsto dagli studi dei contaminanti ambientali generati nel SIN Terni-Papigno, secondo quanto previsto dalla stessa Regione Umbria.
Questa Amministrazione – prosegue la lettera – chiede pertanto che venga riattivato il progetto di sorveglianza dell’area della Conca Ternana rispetto all’inquinamento da diossine, pcb diossina-simili e metalli pesanti, attraverso il campionamento di matrici alimentari di origine animale e vegetale e di matrici ambientali, come in passato, considerando che gli studi di ARPA Umbria e di altre entità non registrano miglioramenti quanto alle emissioni in aria, acqua e suoli, con le stesse cronache giornalistiche che attestano un pregiudizio costante per ambiente e salute pubblica a causa dell’impatto dei processi produttivi, tra cui quelli di scorificazione svolti presso gli stabilimenti Arvedi AST.
Si ricorda peraltro che i siti siderurgici locali determinano concentrazioni di inquinanti che, per pcb, nichel e cromo, risultano tra le più elevate d’Europa: appare a maggior ragione fortemente discutibile che tali biomonitoraggi non siano proseguiti. Si rammenta che tuttora, alla luce degli specifici risultati di plurime analisi dell’epoca, in questo Comune vige l’ordinanza 67571/2016, finalizzata alla prevenzione della contaminazione delle matrici animali e vegetali in aree che l’ARPA ha definito a maggior rischio, tra cui almeno le zone di Prisciano e Cervara Alta, imponendo l’adozione di tecniche di coltivazione e allevamento di animali da cortile esclusivamente al coperto. Si chiede di specificare le peculiari ragioni tecniche, qualora esistenti, alla base della mancata prosecuzione del monitoraggio della filiera agroalimentare nella Conca Ternana. Si esige la immediata riattivazione – conclude la lettera – di tale piano, segnalando al Comune le puntuali modalità operative”.