Un caso degno dei migliori servizi di “Striscia la notizia”. La Polizia tifernate ha denunciato una “sedicente dottoressa”, la 66enne R.C, nata a Roma e residente in provincia di Pesaro, per i reati di abuso della professione medica e della credulità popolare.
Nella tarda mattinata di martedì 1 aprile, in località Cerbara di Città di Castello, l’attenzione di un equipaggio della Squadra Volante è stata attratta da un folto gruppo di persone ferme nei pressi di un edificio industriale. Giunti sul posto, dopo qualche domanda ai presenti, gli operatori hanno appreso che all’interno R.C. era intenta ad “operare” su alcuni pazienti affetti dalle patologie più svariate (cancro, tumore, Sla). L’equipaggio operante, raggiunto in seguito anche da altri colleghi, è entrato all’interno del locale, trovando la suddetta R.C. con le mani imposte a contatto del corpo di un “paziente”.
Sono stati subito svolti gli accertamenti di rito, con il richiesto ausilio della Asl di Città di Castello; all’indagata, qualificatasi quale pranoterapeuta, è stato imposto di interrompere la sua attività, per inidoneità dei locali (la destinazione d’uso dello stabile non è risultata conforme allo svolgimento della presunta attività, così come l’eventuale agibilità dello stabile). Successivamente è emerso che l’indagata, in base alla malattia diagnosticata, decideva la terapia alla quale sottoporre il paziente di turno.