È stato presentato a Campello sul Clitunno, presso la Meccanotecnica Umbra, l’Addendum all’Accordo 2016-2019 tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’. L’Addendum “Promuovere una nuova cultura di impresa per una crescita sostenibile” valorizza gli aspetti già previsti dall’Accordo in vigore e, dando ulteriore impulso alla collaborazione, promuove una nuova cultura di impresa intesa come capacità degli imprenditori di attivarsi per utilizzare le soluzioni e gli strumenti disponibili per il rafforzamento aziendale.
La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 2 miliardi destinati alle imprese umbre, viene presentata all’interno dei luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: le imprese.
Nuovi modelli di business per governare i cambiamenti
Dopo l’introduzione dei lavori da parte di Anna Maria Baldoni, presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Umbria, Stefania Trenti – responsabile Industry Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo – ha illustrato lo “Scenario macroeconomico”. La presentazione dell’accordo tra Intesa Sanpaolo e Confindustria Piccola Industria è stata affidata a Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo, mentre Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria, ha parlato della “Cultura di impresa per la crescita delle PMI”. La successiva tavola rotonda ha visto gli interventi di Paolo Bazzica, presidente Gruppo Bazzica, Andrea Cardoni, docente di Strategia e politica Aziendale Università degli Studi di Perugia, Carlo Pacifici, direttore generale Meccanotecnica Umbra, Massimo Paoletti, presidente Umbria Aerospace Systems, Stefano Visone, direttore commerciale Imprese Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo.
Per l’industria italiana – composta soprattutto da PMI – diventa sempre più strategico rafforzarsi e adottare nuovi modelli di business. Per questo è determinante puntare con decisione sulla sostenibilità – economica, sociale ed ambientale – favorendo l’adozione di processi di sviluppo qualitativo che rendano le imprese capaci di adattarsi ai cambiamenti e di saperli governare.
In tale contesto si inserisce Impresa 4.0 che può essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono investimenti in capitale fisso e immateriale, in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso.
Resilienza, digitalizzazione e formazione
Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria Confindustria: “Per noi è essenziale promuovere la cultura d’impresa, concentrandoci su tutte quelle iniziative che aiutino l’imprenditore ad aprire la mente, a contaminarsi con gli altri colleghi, a comprendere e attuare i meccanismi della finanza innovativa e a far crescere l’impresa in modo sostenibile. La partnership con Intesa Sanpaolo è un tassello importante di questo mosaico della crescita, dobbiamo metterci nelle condizioni di investire in formazione per contribuire a favorire la crescita di posti di lavoro. L’imprenditore di domani dovrà innanzi tutto essere resiliente: sono resilienti tutti coloro che, durante la crisi, non solo hanno saputo resistere ma sono stati capaci di rinnovare le proprie aziende trasformando un momento critico in opportunità”.
Anna Maria Baldoni, presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Umbria: “Abbiamo accolto con molto entusiasmo la decisione di ampliare e sviluppare l’accordo con Intesa Sanpaolo. L’esperienza di questi anni è stata molto positiva. Confindustria ha il merito di aver favorito un accordo che ha raggiunto un duplice obiettivo. Intesa, infatti, è stata capace di svolgere il suo ruolo di assistenza al credito in modo tangibile contribuendo contemporaneamente alla crescita culturale degli imprenditori fornendo loro gli strumenti per compiere le scelte più adeguate. Tutto questo ha favorito una maggiore vicinanza tra l’istituto di credito e le pmi. Ben venga quindi oggi un ampliamento dell’accordo che ha al centro alcuni asset strategici come la formazione la digitalizzazione. A tal proposito Confindustria Umbria ha attivato il Digital Innovation Hub, lo strumento costituito per sensibilizzare, informare e aiutare le aziende nel loro percorso verso Industria 4.0”.
Luca Severini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo: “L’accordo che presentiamo oggi vuole aiutare le aziende a migliorare la loro capitalizzazione ed a cogliere le grandi opportunità offerte dalla digitalizzazione e dai nuovi scenari annunciati dalla quarta rivoluzione industriale. Azioni che richiedono investimenti finanziari e nel capitale umano. In questa direzione Intesa Sanpaolo ha lanciato il programma Sviluppo Filiere, che va nella direzione di agevolare il credito verso le aziende fornitrici di una filiera produttiva ed i loro progetti.”
Nuova struttura dedicata alle imprese di Intesa Sanpaolo
L’impegno di Intesa Sanpaolo per lo sviluppo delle PMI italiane è testimoniata anche dalla recente creazione della Direzione Sales & Marketing dedicata unicamente alle imprese. La nuova struttura contribuisce ad arricchire le iniziative previste dall’addendum tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo, focalizzato alla valorizzazione del capitale delle imprese attraverso:
1) Ecosistemi di imprese e integrazione di business
Mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di migliorare i processi produttivi ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Le filiere possono rappresentare a tal fine un veicolo strategico per facilitare la trasmissione di informazioni, tecnologie, competenze e propensione al cambiamento tra le imprese che ne fanno parte.
2) Finanza per la crescita e nuova imprenditorialità
Finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese. Vengono quindi identificati fattori qualitativi legati al credito, come capacità innovativa, formazione e strategicità della catena fornitore-champion. Intesa Sanpaolo offre a tal fine il modello di valutazione delle startup, il DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), il primo modello di valutazione “forwardlooking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito.
3) Formazione
Gli imprenditori e i loro collaboratori potranno accedere ad un insieme di iniziative informative e formative tra cui “Skills4Capital”, una linea dedicata a far comprendere le strategie e le soluzioni più adatte per l’apertura del capitale al mercato, il miglioramento della governance, della comunicazione e la valorizzazione dei talenti e delle competenze aziendali.
4) Passaggio generazionale
Previste iniziative ad hoc per accompagnare le imprese in questo cambiamento diffondendo best practice, nuove tecniche di gestione aziendale e soluzioni idonee a cogliere le opportunità legate al cambiamento.
5) Sostenibilità
Garantire una crescita sostenibile e duratura valorizzando strategie e investimenti in innovazione, digitalizzazione, progetti di integrazione, in aggiunta alle opportunità del Piano nazionale Impresa 4.0. I nuovi Digital Innovation Hub della rete di Confindustria puntano proprio a diffondere la conoscenza delle tecnologie digitali e delle innovazioni organizzative, come il lean management.
La sostenibilità ambientale sarà promossa attraverso attività nell’ambito dell’economia circolare e della cultura della resilienza, intesa come strategia di prevenzione dei rischi ambientali e di messa in sicurezza delle strutture industriali anche attraverso soluzioni finanziarie e assicurative ad hoc. Incentivati inoltre i benefici del welfare aziendale per le imprese, con effetti in termini di produttività, di benessere e qualità della vita dei collaboratori. Intesa Sanpaolo ha creato la piattaforma Welfare Hub e intende “dare valore” creditizio ad un nuovo modo di fare impresa responsabile e sostenibile.
L’economia dell’Umbria, 2% imprese sono start up innovative
L’Umbria con circa 20 miliardi di valore aggiunto, rappresenta circa il 6% del valore aggiunto del Centro e l’1% del totale nazionale, realizzato nel settore dei servizi per oltre il 70%, per un quarto nell’industria e per il restante 2,5% nell’agricoltura.
La struttura economica della regione si articola in oltre 80 mila imprese attive, che si concentrano nel comparto del commercio (25%), dei servizi (24%) e dell’agricoltura (21%) e che nell’ultimo anno hanno registrato una lieve flessione di 800 unità (-1%). In questo contesto sono inoltre presenti circa 170 start-up innovative che rappresentano più del 2% del totale imprese attive, posizionando la regione nella parte alta della classifica per incidenza delle imprese innovative sul totale imprese attive.
Negli ultimi anni l’economia della regione ha conseguito buone performance sui mercati esteri: nel 2017 l’export regionale è salito a 3,9 miliardi di euro, 6,4% in più rispetto al 2016 (per lo più in linea con la media nazionale). Il progresso è stato pari al 14% rispetto al 2008, grazie al traino di agro-alimentare e abbigliamento e al contributo positivo di meccanica e automotive. La propensione all’export è così aumentata di oltre 5 punti percentuali rispetto al 2000, portandosi al 20%.
Nel primo trimestre 2018 le vendite sui mercati esteri hanno confermato un trend positivo del 4,5%, superiore a quanto registrato mediamente in Italia (+3,3% la variazione tendenziale). Continuano a essere particolarmente dinamici i flussi di export della meccanica, dell’agro-alimentare e dell’abbigliamento, rispettivamente secondo, terzo e quarto settore per valori esportati, molto vicini ormai alla metallurgia storicamente primo settore di riferimento per la regione.
L’attuale contesto competitivo e la necessità di colmare il ritardo accumulato dalla regione in termini di investimenti fissi (rispetto al 2007 l’Umbria ha perso circa un terzo degli investimenti), richiede interventi non solo in macchinari, ma anche in strategie immateriali (brevetti, marchi, certificazioni, ICT) che permettano di ottimizzare l’effetto di accelerazione della crescita. Segnali incoraggianti stanno arrivando in questi termini: proprio questa tipologia di investimenti si colloca a livello regionale tra i primi comparti per attese di interventi, evidenziata in un’indagine periodica svolta a febbraio 2018 con il coinvolgimento della struttura commerciale Imprese di Intesa Sanpaolo che a livello nazionale ha interessato oltre 2.000 colleghi con valutazioni su circa 127.500 imprese clienti.
Sempre secondo questa indagine, dal punto di vista di investimenti in beni 4.0, il 2017 avrebbe visto il coinvolgimento di circa il 9% delle imprese; tra queste una su cinque non si sarebbe limitata al solo esborso finanziario, ma starebbe rivedendo la propria struttura organizzativa con interventi mirati in attività di formazione del personale. Tuttavia, in prospettiva vanno ulteriormente intensificati gli sforzi sul capitale umano, soprattutto tra le imprese di dimensioni più piccole, che mostrano ancora una quota elevata di personale con scarse competenze digitali.